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L'evoluzione dell'Atalanta: vince anche senza Ilicic, non più imprescindibile
Josip Ilicic è stato l'uomo copertina per lungo tempo di quest'Atalanta. I quattro gol al Valencia erano stati la ciliegina sulla torta di un'annata già straordinaria. Finte, controfinte, giocate sopraffine, una condizione mai vista. Forse l'idea di voler finalmente diventare uno dei migliori del campionato, probabilmente d'Europa, era passata come un segnale forte, fortissimo. Cos'ha Josip Ilicic, fuori da quattro partite ma che ne ha giocate almeno uno scorcio contro Lazio e Udinese? È una questione di acciacchi per la botta subita in allenamento che lo aveva tolto dalla sfida contro il Sassuolo?
Il suo uso con il contagocce può essere anche un'arma per il prossimo futuro, un modo per lasciarlo tranquillo e recuperare al meglio, come successo un paio di anni fa quando un'infezione gli aveva fatto saltare l'Europa League (portando all'eliminazione contro il Copenaghen). Però questo lasso di tempo di quattro partite ha fatto crescere l'idea che l'Atalanta vinca anche senza lo sloveno. Grazie a un Gomez straordinario e un Pasalic che oramai ha la funzione di equilibratore, oltre che di incursore quando i giri salgono. Ilicic è fondamentale, unico, ma non imprescindibile. È una classificazione difficile da comprendere, ma i numeri parlano.
L'aspetto fisico e mentale di un'Atalanta che sembra andare al doppio degli altri potrebbe anche essere una questione tecnica. Un modo di far girare il pallone, di pressare insieme e recuperare alto, per una squadra che ha migliorato il proprio rendimento e che è più smaliziata, gioca un calcio innovativo e che assomiglia per fluidità a quello del Liverpool.
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