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TMW - C. Zanetti: "Roma non ancora da Champions. Viola, mi aspettavo di più da Prandelli"
Nel corso dell'intervista a Tuttomercatoweb.com, con Cristiano Zanetti abbiamo parlato anche della stagione della Roma. "Vedo alti e bassi - ha detto - con le grandi fa fatica perchè non ha una rosa competitiva come altre squadre. Fonseca è bravo, pesa comunque la situazione Dzeko. Quando si incrina qualcosa con l'allenatore... Con la società la rimetti a posto, con l'allenatore la questione è diversa".
E la lotta Champions?
"Per la Champions oltre all'Inter vedo Atalanta, Juve e Milan anche se i rossoneri Milan dipendono da Ibra. Il Napoli mi pare leggermente fuori ma può rientrare in corsa, Lazio e Roma sono altalenanti".
La crisi della Fiorentina come la interpreta?
"La squadra è buona, non si spiega. Da Prandelli in effetti mi aspettavo di più, ha esperienza e lo conosciamo tutti. All'inizio quando è arrivato contava più il risultato che il gioco e mi aspettavo meno ricerca del gioco propositivo e una squadra più chiusa, alla ricerca dei punti anche per dare fiducia all'ambiente. Per poi puntare in un secondo momento anche sul gioco. Però non ci è riuscito".
Il progetto Commisso come lo valuta?
"Firenze è un ambiente particolare, nell'anno della Champions sembravamo fenomeni e poi l'anno dopo in un mese con delle difficoltà, pareva che fossimo tutti da buttare. Non è facile, i tifosi sono esigenti e vengono da anni senza soddisfazioni però l'umore è altalenante e in più c'è molto chiacchiericcio all'esterno. Non è Torino che ti lasciano vivere, è un po' come Roma. Non è Milano per fare un altro esempio: al Milan sono stati tanti anni sotto e non è successo niente di particolare anche se avevano vinto tanto prima.. Ripeto, per me c'è una bella rosa, da poter teoricamente arrivare al settimo-ottavo posto. Ci sono ottimi giocatori ma da fuori è difficile francamente dare una spiegazione. Prendiamo per esempio Amrabat: magari è un giocatore che si esalta col pubblico. Mi ricorda in piccolo Almiron che aveva bisogno di essere stimolato e di avere a fianco un giocatore che lo aiutasse. Almiron era fortissimo ma doveva esser motivato e gestito durante la gara. Certi giocatori patiscono anche l'assenza del pubblico, magari poi hanno a fianco un compagno che non parla. Montolivo ad esempio lo stimolavo durante la partita e poi faceva giocate importantissime. Ripeto, poi Firenze è molto esigente. Ho giocato in tante squadre ma i fischi che ho preso a Firenze in venti giorni quando c'era Mihajlovic, li ho presi da poche altre parti..."
E la lotta Champions?
"Per la Champions oltre all'Inter vedo Atalanta, Juve e Milan anche se i rossoneri Milan dipendono da Ibra. Il Napoli mi pare leggermente fuori ma può rientrare in corsa, Lazio e Roma sono altalenanti".
La crisi della Fiorentina come la interpreta?
"La squadra è buona, non si spiega. Da Prandelli in effetti mi aspettavo di più, ha esperienza e lo conosciamo tutti. All'inizio quando è arrivato contava più il risultato che il gioco e mi aspettavo meno ricerca del gioco propositivo e una squadra più chiusa, alla ricerca dei punti anche per dare fiducia all'ambiente. Per poi puntare in un secondo momento anche sul gioco. Però non ci è riuscito".
Il progetto Commisso come lo valuta?
"Firenze è un ambiente particolare, nell'anno della Champions sembravamo fenomeni e poi l'anno dopo in un mese con delle difficoltà, pareva che fossimo tutti da buttare. Non è facile, i tifosi sono esigenti e vengono da anni senza soddisfazioni però l'umore è altalenante e in più c'è molto chiacchiericcio all'esterno. Non è Torino che ti lasciano vivere, è un po' come Roma. Non è Milano per fare un altro esempio: al Milan sono stati tanti anni sotto e non è successo niente di particolare anche se avevano vinto tanto prima.. Ripeto, per me c'è una bella rosa, da poter teoricamente arrivare al settimo-ottavo posto. Ci sono ottimi giocatori ma da fuori è difficile francamente dare una spiegazione. Prendiamo per esempio Amrabat: magari è un giocatore che si esalta col pubblico. Mi ricorda in piccolo Almiron che aveva bisogno di essere stimolato e di avere a fianco un giocatore che lo aiutasse. Almiron era fortissimo ma doveva esser motivato e gestito durante la gara. Certi giocatori patiscono anche l'assenza del pubblico, magari poi hanno a fianco un compagno che non parla. Montolivo ad esempio lo stimolavo durante la partita e poi faceva giocate importantissime. Ripeto, poi Firenze è molto esigente. Ho giocato in tante squadre ma i fischi che ho preso a Firenze in venti giorni quando c'era Mihajlovic, li ho presi da poche altre parti..."
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