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Lazio-Torino (ovviamente) non si è giocata. Tare-Cairo, dure reazioni e i possibili scenari
La partita che non doveva giocarsi alla fine non si è giocata. Lazio-Torino era iniziata con i presupposti che tutti conosciamo: ovvero col focolaio all’interno del gruppo squadra granata e con la Asl-1 che ha vietato la trasferta capitolina alla rosa di Davide Nicola. Che per inciso, nella giornata di ieri, si è allenata in modo individuale all’interno dello stadio Filadelfia. Proprio nel momento esatto in cui la Lazio di Simone Inzaghi arrivava alla spicciolata all’Olimpico per presenziare ad una gara che, nonostante le premesse, la Lega Calcio aveva scelto nel pomeriggio di “non rinviare” con l’obiettivo di tutelare protocollo e campionato.
45’ di chiacchiere, poi l’ufficialità - Con la Lazio, all’Olimpico, era presente anche la squadra arbitrale guidata dal signor Piccinini. E le scene sono state più o meno quelle di Juventus-Napoli, con i giocatori biancocelesti schierati sul campo per la ricognizione al pari degli arbitri. E con Simone Inzaghi che ha comunicato il suo undici titolare per la sfida. Nel mezzo, anche le dichiarazioni del ds biancoceleste Igli Tare arrivate dopo l’incredulità e la rabbia del presidente granata Urbano Cairo. Sul campo la Lazio è rimasta 45’, periodo dopo il quale l’arbitro Piccinini non ha potuto far altro che constatare l’assenza del Torino e quindi ufficializzare ciò che tutti aspettavano: la partita non si poteva giocare. Quindi il paradosso finale: mentre la maggior parte della rosa della Lazio ha lasciato l’Olimpico per fare rientro a casa, due giocatori sono stati trattenuti per gli esami antidoping del dopo gara.
Cosa può succedere adesso? Il primo passo è aspettare il termine della giornata di campionato: venerdì il Giudice Sportivo esaminerà la questione, che potrebbe avere diverse strade risolutive. Una segue in tutto e per tutto l’iter di Juventus-Napoli, con la sconfitta per 3-0 a tavolino nei confronti del Torino e 1 punto di penalizzazione in classifica. Da lì il giudizio, con lo scontato ricorso granata, passerebbe al secondo grado (ovvero alla Corte Sportiva d’Appello) con la probabile conferma della decisione. Il terzo grado però, quello del Collegio di Garanzia dello Sport, visto il precedente, riformerebbe con ottime probabilità la decisione e farebbe giocare il match, con la Lega che a quel punto dovrebbe trovare una data buona. Le tempistiche, però, in questo caso rappresentano un problema di non poco conto.
L’altra strada è invece diversa rispetto al passato. Il Giudice Sportivo potrebbe chiedere un supplemento di indagini, andando a raccogliere documentazioni delle società e quindi le comunicazioni con la Asl. E, dovesse riscontrare diversità nei confronti di Juventus-Napoli, potrebbe optare direttamente per il rinvio con la palla che a quel punto passerebbe alla Lega che dovrebbe trovare una data buona per calendarizzare la gara. Se questa dovesse essere la strada percorsa, una data buona potrebbe essere quella del 7 aprile, ammesso e non concesso che la Lazio venga eliminata dalla Champions League dopo l’andata col Bayern Monaco. Anche se il ricorso, a quel punto, potrebbe farlo la Lazio aprendo nuovi ed ulteriori scenari giuridici, con tempi altrettanto lunghi.
45’ di chiacchiere, poi l’ufficialità - Con la Lazio, all’Olimpico, era presente anche la squadra arbitrale guidata dal signor Piccinini. E le scene sono state più o meno quelle di Juventus-Napoli, con i giocatori biancocelesti schierati sul campo per la ricognizione al pari degli arbitri. E con Simone Inzaghi che ha comunicato il suo undici titolare per la sfida. Nel mezzo, anche le dichiarazioni del ds biancoceleste Igli Tare arrivate dopo l’incredulità e la rabbia del presidente granata Urbano Cairo. Sul campo la Lazio è rimasta 45’, periodo dopo il quale l’arbitro Piccinini non ha potuto far altro che constatare l’assenza del Torino e quindi ufficializzare ciò che tutti aspettavano: la partita non si poteva giocare. Quindi il paradosso finale: mentre la maggior parte della rosa della Lazio ha lasciato l’Olimpico per fare rientro a casa, due giocatori sono stati trattenuti per gli esami antidoping del dopo gara.
Cosa può succedere adesso? Il primo passo è aspettare il termine della giornata di campionato: venerdì il Giudice Sportivo esaminerà la questione, che potrebbe avere diverse strade risolutive. Una segue in tutto e per tutto l’iter di Juventus-Napoli, con la sconfitta per 3-0 a tavolino nei confronti del Torino e 1 punto di penalizzazione in classifica. Da lì il giudizio, con lo scontato ricorso granata, passerebbe al secondo grado (ovvero alla Corte Sportiva d’Appello) con la probabile conferma della decisione. Il terzo grado però, quello del Collegio di Garanzia dello Sport, visto il precedente, riformerebbe con ottime probabilità la decisione e farebbe giocare il match, con la Lega che a quel punto dovrebbe trovare una data buona. Le tempistiche, però, in questo caso rappresentano un problema di non poco conto.
L’altra strada è invece diversa rispetto al passato. Il Giudice Sportivo potrebbe chiedere un supplemento di indagini, andando a raccogliere documentazioni delle società e quindi le comunicazioni con la Asl. E, dovesse riscontrare diversità nei confronti di Juventus-Napoli, potrebbe optare direttamente per il rinvio con la palla che a quel punto passerebbe alla Lega che dovrebbe trovare una data buona per calendarizzare la gara. Se questa dovesse essere la strada percorsa, una data buona potrebbe essere quella del 7 aprile, ammesso e non concesso che la Lazio venga eliminata dalla Champions League dopo l’andata col Bayern Monaco. Anche se il ricorso, a quel punto, potrebbe farlo la Lazio aprendo nuovi ed ulteriori scenari giuridici, con tempi altrettanto lunghi.
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