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Il carro di Federico Bernardeschi e le eterne critiche al platinato juventinoTUTTO mercato WEB
lunedì 21 giugno 2021, 11:53Il corsivo
di Marco Conterio
fonte dall'inviato di TMW a Euro 2020 - da Roma

Il carro di Federico Bernardeschi e le eterne critiche al platinato juventino

Federico Bernardeschi è diventato un sempiterno pomo della discordia e soggetto al centro di aspre discussioni. 7 in pagella su Tuttomercatoweb.com, il titolo racconta di un giocatore "rinato" e allora apriti cielo. Sul platinato trequartista della Juventus c'è oramai da lungo tempo una lunga diatriba, dapprima circoscritta al tifo bianconero, adesso allargata a quello azzurro. Aprire i social network di questi tempi è mettersi sul balcone a osservare smisurate ondate di disprezzo, di volgari j'accuse, di una straordinariamente bassa manifestazione degli istinti repressi di molti. Sicché Bernardeschi diventa per chissà quali oscuri motivi il nemico di questi, il bersaglio preferito di improperi e primo colpevole di colpe non sue. Avrebbe meritato di più Politano, dicono alcuni, e l'opinione è opinabile oppure condivisibile ma è sempre all'interno di una bilancia della ragione. La prestazione è stata disastrosa, sentenziano altri, non può bastare un palo per far primavera. Il bilancio complessivo delle pagelle di chi era presente sugli spalti dell'Olimpico, e ne ha potuto vedere e apprezzare, o meno, la prestazione a livello tecnico ma pure tattico, è più che positivo. Fanno eco alcuni 7, c'è un 6, poi tanti 6.5. Nessuna bocciatura, Berna piuttosto è tra i più positivi in campo e del tridente, meno di Chiesa che è stato Star of the Match ma certamente promosso.

E allora, qual è il grande problema di Federico Bernardeschi? Sull'ex giocatore della Fiorentina hanno sbagliato in molti. Lui stesso che, dall'alto della sua modestia, ha sempre dato l'impressione di sentirsi un tocco e un tacco superiore ai più. E' la patina, è il platino che balza allo sguardo, però la realtà è che Firenze che lo ha tanto amato si è da lui sentita tradita. E alla Juventus, quando pensava d'esser subito protagonista, quando anche noi media abbiamo forse esagerato coi voli pindarici senza pensare che carriera e vita sono dei percorsi lunghi e non dei salti nel vuoto, ha iniziato con troppe aspettative. Ha preferito non vestire la 10 ma scegliere la 33, però sin da quel momento la pressione è stata altissima. E Bernardeschi non ha saputo sopportarla, o forse aveva bisogno di un altro tipo di percorso, di strada, che Juventus non ha saputo garantirgli. A differenza di quanto ha sempre fatto coi suoi giocatori, non ultimo Federico Chiesa, oppure Dejan Kulusevski, i bianconeri hanno inspiegabilmente lasciato l'ex viola alla mercé d'ogni critica, e anche nei momenti topici non sono riusciti a fargli scudo.


Quella sul giocatore della Juventus è una discussione che prosegue nelle botteghe, nei bar e pure nelle redazioni. Chi qui scrive è e resta convinto che resti ancora inespresso, che le sue qualità, capacità, le sue virtù, siano ancora sotto il fogliame d'autunno pronte per diventar primavera. Tempus fugit, ma ne ha davanti per diventare un leader. Ha sbagliato a intestardirsi a voler restare bianconero, pur con tutti i problemi di bilancio e minusvalenze del caso che ne hanno rallentato e poi impedito la cessione. Ci sono storie che non sono destinate a diventare amore, magari con Allegri da eterna promessa diventerà un perno del nuovo progetto juventino. Però le strade dovevano separarsi e lui riprovarci altrove. Per tentare quella giocata che con Pirlo "non poteva fare", come ha avuto lui stesso modo di dire. Ecco. A volte il non detto vale più di cento parole, anche perché è solo benzina sul fuoco di chi non aspetta altro. Ma non di Mancini. Lui ci crede, fermamente, tanto da esser quello scudo, quell'uomo capace di sceglierlo contro tutti, che forse è sempre mancato a Federico da Carrara.