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Dall'Inter a Breslavia, Guercio si racconta: "Sogno il Mondiale con la Polonia"TUTTO mercato WEB
ieri alle 10:23Serie A
di Daniele Najjar

Dall'Inter a Breslavia, Guercio si racconta: "Sogno il Mondiale con la Polonia"

Nel corso del mercato invernale 2024, Tommaso Guercio ha fatto una scelta non comune: dalla Primavera dell'Inter il classe 2005 si è trasferito allo Slask Wroclaw in Polonia. Non tutti sanno che è originario proprio della Polonia (da parte della madre), dove è tenuto in considerazione nelle convocazioni dell'Under 21. Intervenuto a TuttoMercatoWeb.com Guercio ha raccontato alcuni passaggi del suo percorso fatto fin qui, con uno sguardo al passato ed uno al futuro. Come sta andando il tuo percorso lì in Polonia? Vedo che l'Under 21 ti tiene in considerazione. "Bene, quest'anno ancor più che l'anno scorso mi gioco il posto nel mio club e devo sudarmi la maglia da titolare. La considerazione dell'Under 21 è una bella cosa. Fuori dal campo vivo sempre alla stessa maniera: la città è bellissima sia d'estate che d'inverno. Qui non mi manca niente". Da che punto di vista ti senti maturato? "Sicuramente penso di essere maturato nel vivere da solo all'estero. Nelle piccole cose: anche nel gestire la casa e le proprie finanze. Un bel passo avanti per un ragazzo di 17 anni, com'ero io quando ho lasciato l'Italia". Tatticamente invece? "Mi sento maturato sì, ma c'è ancora tanta strada da fare se mi chiedi quanto posso ancora crescere". Come su gol e assist? Non ti sono mai mancati: l'anno scorso 3 reti e 3 assist, quest'anno intanto 3 passaggi vincenti. "Con Marc Llinares ho stretto un grande rapporto e con lui al di là dell'amicizia c'è una sfida continua fra chi porta più bonus fra gol e assist. Una cosa carina fra due grandi amici, per stimolarci a vicenda". La tua famiglia vive lì con te in Polonia? "No, ma vengono a trovarmi costantemente. Non dico ad ogni partita in casa, perché lavorano, ma quasi. Mi mancano ovviamente, ma in maniera relativa perché alla fine per fortuna li vedo spesso". Sogni il Mondiale con la Polonia? "Chiaramente sì, penso sia l'obiettivo di chiunque raggiungere un obiettivo simile. Ci sono obiettivi che uno si pone nella vita ed uno di questi è riuscire a fare almeno una partita in un Mondiale. Un obiettivo a lungo termine, ma non si sa mai nel calcio. Il mio percorso con la Polonia è partito dall'Under 15". Chi ti ha dato i migliori consigli nel tuo percorso di crescita fino a qui? "Mio padre, sembrerà banale, ma è così: è quello che mi ha sempre detto le cose in faccia perché vuole solo il mio bene. Poi c'è Jacek Magiera, ex tecnico dello Slask. Adesso è l'allenatore in seconda nella Nazionale maggiore e conserverò sempre dei ricordi legati a lui". Nel percorso all'Inter invece? Chivu è stato un modello. Uno di quelli da cui prendere spunto. Per il giocatore che era, la persona che è e per come allena: oggi lo sta dimostrando anche all'Inter in Prima Squadra. Poi andando più indietro dico Davide Aggio. Mi ha fatto crescere, è stata una persona importante dal punto di vista calcistico ed umano". Chivu è la persona giusta per far svoltare l'Inter? "Sono sempre interista e farò sempre il tifo per chi è lì come allenatore. Soprattutto se è uno con cui ho condiviso un percorso come nel caso di Chivu, una persona cui tengo". Che differenze hai visto fra di lui ed un altro tecnico con il quale ti sei allenato, Simone Inzaghi? "Con Simone Inzaghi ho avuto vari momenti per apprezzarlo, quando mi chiamava ad allenarmi in Prima Squadra. Forse non sono la persona più adatta per fare paragoni, perché conosco più approfonditamente Chivu. Se Chivu è più calmo? Non direi così: è calmo, ma al contempo ti trasmette quanto ci tenga. Ricordo il fatto che si allenava sempre con noi ed era competitivo". Due grandi allenatori, comunque? "Sì, sono d'accordo: sia Chivu che Inzaghi sono due grandi allenatori". Il tuo ex compagno Pio Esposito si sta facendo strada in prima squadra: fai il tifo anche per lui? "Sono davvero tanto felice per lui. Da tantissimi anni in cui ci allenavamo assieme si vedeva che tipo di attaccante fosse. C'è stato un momento, non saprei dirvi esattamente in che anno, nel quale ha avuto una crescita a livello di statura, di stazza. Ma una cosa improvvisa (ride, n.d.r.). Considerando le capacità che già aveva, vedendo come è cresciuto anche fisicamente per me non è che fosse diventato scontato che arrivasse ad alto livello, visto che non è mai scontato, ma quasi. Perché avevo grande fiducia in lui, lo guardo sempre perché mi rende orgoglioso". Con chi altro ti senti di più del tuo passato all'Inter? "Aleksander Stankovic, oggi al Bruges: un mio compagno di squadra allo Slask lo conosce bene e quindi siamo rimasti a maggior ragione in contatto. Poi Giacomo Stabile, oggi alla Juve Stabia. Anche Matteo Motta, al Lumezzane, Mike Aidoo della Pergolettese. Ce ne sono tanti". Se dall'Italia arrivasse una chiamata da un club in futuro, ci penseresti a tornare? "Essendo il mio Paese Natale chiaramente ci penserei. Anche solo per avere vicini amici e parenti: stando qui ho capito quanto sia importante. Posto che qui mi trovo a meraviglia e non sto pensando di lasciare, ma magari un pensiero lo farei nel caso fosse per l'Italia, sì". Italia e Polonia si qualificheranno entrambe al Mondiale 2026? "È quello che vorrei: vediamo come va a finire, ma mi farebbe piacere vederle tutte e due lì". I tuoi prossimi obiettivi? "Ce ne sono tanti. Il primo è tornare in Ekstraklasa. Ci sono poi la Coppa di Polonia ed altri obiettivi".