Questa non è l’Inter di Conte. O almeno non ancora
Perché l’Inter, in casa contro la squadra teoricamente più abbordabile del girone, si è sciolta sotto le sue non ancora certezze. Quelle che fanno la differenza fra una squadra forte e una grande squadra.
Quelle che ti fanno fare il salto di qualità, in campionato ma soprattutto in Champions. A cominciare dall’intensità, marchio di fabbrica del tecnico salentino in tutte le sue esperienze passate. All’Inter ieri sera è mancata anche e soprattutto quella. Se poi ci aggiungiamo una pressione sugli avversari non all’altezza, alcuni errori nell’uscita del pallone, lentezza nella costruzione del gioco e scarsità di idee ecco che il quadro è completo. Per carità, questo non è né un attacco né una colpevolizzazione. Semplicemente una constatazione di quanto visto. E Conte è stato il primo ad ammetterlo. E col senno di poi, si capiscono ancora meglio le sue parole della vigilia. C’è tanto da lavorare, nonostante l’entusiasmo portato dal primo posto in campionato. E un pareggio con lo Slavia Praga è bastato per farlo capire a tutti.