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Inter, Godin: "Sento la difesa. In Champions si vince di squadra"
Il difensore dell’Inter Diego Godin ha parlato ai microfoni di Uefa.com in vista della sfida contro il Barcellona in Champions League:
Quali erano i tuoi idoli in difesa all'inizio?
"Diego Lugano. È stato un riferimento per me e poi l'ho avuto come compagno in Nazionale. Mi è piaciuto molto anche Puyol, nel suo miglior momento al Barcellona. Ho ammirato la sua competitività e la sua forza per competere in tutte le partite allo stesso modo. Ho ammirato quella nobiltà in difesa, che è qualcosa che lo ha fatto rimanere in campo per così tanti anni e diventare uno dei migliori difensori della storia".
Il tuo amore per la difesa è qualcosa di appreso o naturale?
"È qualcosa di appreso, perché dai cinque ai 16 anni ho giocato dalla posizione di centrocampista in avanti e la difesa è qualcosa che avevo sicuramente perché è qualcosa che sento e vivo, ma che si è sviluppata in un modo particolare. Ed è così che ho imparato, ottenendo il meglio da me stesso per difendere".
Cosa ti piace di più della difesa?
"È un parallelismo con la vita. La responsabilità e la capacità di aiutare i miei compagni di squadra, l'altro, fa parte di come mi sento fuori dal campo. Cerco sempre di entrare in empatia con gli altri, con i miei compagni di squadra e con le persone. Sta in questo il significato di ciò che mi piace di più".
In che modo l'Inter dovrà difendere per avere successo in UCL?
"Sia in Champions League che in qualsiasi competizione, quello che ho imparato è che per ottenere cose importanti hai bisogno di una squadra, nel senso intrinseco della parola: che tutti i giocatori siano impegnati su ogni pallone per realizzare in campo i compiti che ognuno ha, ovvero quello di difendere il gruppo. Se gli undici giocatori sono impegnati in questo si raggiungono gli obiettivi".
Quali erano i tuoi idoli in difesa all'inizio?
"Diego Lugano. È stato un riferimento per me e poi l'ho avuto come compagno in Nazionale. Mi è piaciuto molto anche Puyol, nel suo miglior momento al Barcellona. Ho ammirato la sua competitività e la sua forza per competere in tutte le partite allo stesso modo. Ho ammirato quella nobiltà in difesa, che è qualcosa che lo ha fatto rimanere in campo per così tanti anni e diventare uno dei migliori difensori della storia".
Il tuo amore per la difesa è qualcosa di appreso o naturale?
"È qualcosa di appreso, perché dai cinque ai 16 anni ho giocato dalla posizione di centrocampista in avanti e la difesa è qualcosa che avevo sicuramente perché è qualcosa che sento e vivo, ma che si è sviluppata in un modo particolare. Ed è così che ho imparato, ottenendo il meglio da me stesso per difendere".
Cosa ti piace di più della difesa?
"È un parallelismo con la vita. La responsabilità e la capacità di aiutare i miei compagni di squadra, l'altro, fa parte di come mi sento fuori dal campo. Cerco sempre di entrare in empatia con gli altri, con i miei compagni di squadra e con le persone. Sta in questo il significato di ciò che mi piace di più".
In che modo l'Inter dovrà difendere per avere successo in UCL?
"Sia in Champions League che in qualsiasi competizione, quello che ho imparato è che per ottenere cose importanti hai bisogno di una squadra, nel senso intrinseco della parola: che tutti i giocatori siano impegnati su ogni pallone per realizzare in campo i compiti che ognuno ha, ovvero quello di difendere il gruppo. Se gli undici giocatori sono impegnati in questo si raggiungono gli obiettivi".
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