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I fatti del 2019 - Totti vede Conte, ma alla Roma arriva Fonseca
A giugno 2019, la semifinale Champions di un anno prima è ormai diventata un ricordo per la Roma. La stagione 2018-2019 è stata piuttosto amara: Eusebio Di Francesco ha dovuto fare i conti con un mercato non proprio soddisfacente, Claudio Ranieri ha messo una toppa che non gli è bastata per conquistarsi la conferma. Nel mezzo, l’addio a Monchi, non proprio il direttore sportivo più amato dai tifosi giallorossi. Ci mette il carico la separazione di Daniele De Rossi, a cui come vedremo seguirà poco tempo dopo quella di Francesco Totti. Che però, nella complicata scelta di un allenatore per il post Ranieri, prova a metterci del suo.
Conte, Gasperini, Mourinho, Mihajlovic. La lista degli allenatori accostati a Trigoria è piuttosto lunga. Su Conte, appunto, ci mette lo zampino Totti: i due si incontrano, il Pupone era già stato decisivo per i tre mesi di Ranieri e aveva sondato anche Capello. Tutto bello, manca un dettaglio non da poco: le intenzioni della società. All’incontro Totti-Conte ne segue uno con Guido Fienga, restio ad accontentare il tecnico sulla richiesta di una squadra da scudetto, la trattativa evapora come una bolla di sapone. Totti prova a contattare Gattuso, da Londra (si legge Baldini, uomo forte di Pallotta) arriva un messaggio diverso. E con Totti volano gli stracci, ma questa è un’altra storia.
Il messaggio dice Fonseca. L’input dei vertici giallorossi è quello di puntare su Paulo Fonseca, dal 2016 allenatore dello Shakhtar Donetsk. Internazionale, offensivista, con il passaggio in Italia approda alla prima big di un campionato top5 e ha pretese diverse da quelle di Conte. Tira e molla, ma neanche tanto: Fonseca piaceva già prima, il 4 giugno va in scena un summit portoghese decisivo. Il tecnico rinuncia a qualcosa dal punto di vista economico, l’11 giugno l’affare diventa ufficiale e Fonseca il nuovo allenatore della Roma.
Com’è andata finora. I dubbi sul suo adattamento all’Italia sono presto fugati. Il calcio di Fonseca è offensivo e ultra-veloce, ma l’allenatore di Nampula mostra di sapersi adeguare. Anche alle defezioni: dall’estate a oggi, ne ha avute parecchie e di pesanti. Ha reinventato per necessità Mancini centrocampista, ha rimescolato le carte come e quando poteva. Ha fatto puntI: 35 in 17 giornate, superando (con qualche difficoltà) anche il girone di Europa League. Per ora, sembra che il messaggio da Londra non fosse sbagliato.
Conte, Gasperini, Mourinho, Mihajlovic. La lista degli allenatori accostati a Trigoria è piuttosto lunga. Su Conte, appunto, ci mette lo zampino Totti: i due si incontrano, il Pupone era già stato decisivo per i tre mesi di Ranieri e aveva sondato anche Capello. Tutto bello, manca un dettaglio non da poco: le intenzioni della società. All’incontro Totti-Conte ne segue uno con Guido Fienga, restio ad accontentare il tecnico sulla richiesta di una squadra da scudetto, la trattativa evapora come una bolla di sapone. Totti prova a contattare Gattuso, da Londra (si legge Baldini, uomo forte di Pallotta) arriva un messaggio diverso. E con Totti volano gli stracci, ma questa è un’altra storia.
Il messaggio dice Fonseca. L’input dei vertici giallorossi è quello di puntare su Paulo Fonseca, dal 2016 allenatore dello Shakhtar Donetsk. Internazionale, offensivista, con il passaggio in Italia approda alla prima big di un campionato top5 e ha pretese diverse da quelle di Conte. Tira e molla, ma neanche tanto: Fonseca piaceva già prima, il 4 giugno va in scena un summit portoghese decisivo. Il tecnico rinuncia a qualcosa dal punto di vista economico, l’11 giugno l’affare diventa ufficiale e Fonseca il nuovo allenatore della Roma.
Com’è andata finora. I dubbi sul suo adattamento all’Italia sono presto fugati. Il calcio di Fonseca è offensivo e ultra-veloce, ma l’allenatore di Nampula mostra di sapersi adeguare. Anche alle defezioni: dall’estate a oggi, ne ha avute parecchie e di pesanti. Ha reinventato per necessità Mancini centrocampista, ha rimescolato le carte come e quando poteva. Ha fatto puntI: 35 in 17 giornate, superando (con qualche difficoltà) anche il girone di Europa League. Per ora, sembra che il messaggio da Londra non fosse sbagliato.
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