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Eriksen ha rifiutato lo United. Fattore Conte: l'Inter ha nuovo appeal
"Ne abbiamo parlato, ma volevo una nuova sfida". Nel corso dell'intervista rilasciata oggi alla BBC, Christian Eriksen ha confermato: oltre all'Inter, per lui si era mosso, e in maniera concreta, il Manchester United. Rifiutato dal fantasista danese. Che così ha confermato anche un'alta cosa: l'Inter è tornata ad avere il suo appeal, anche a livello internazionale.
Mr Conte speaks english. L'arrivo di un tecnico come Antonio Conte, capace di vincere al primo colpo la Premier League, ha avuto un netto impatto in tal senso. E il canale privilegiato con la Premier League, da Lukaku in poi, ne è la dimostrazione più lampante. Non che l'Inter dell'anno scorso fosse considerata una società di secondo piano a livello internazionale, ovvio. Però il riavvicinamento alla Juventus è il primo di una serie di fattori che hanno contribuito a far sì che l'Inter potesse affascinare uno dei migliori centrocampisti d'Europa, in scadenza a fine stagione, seguito in tempi recenti anche dai Red Devils.
Il fattore è sempre Conte. Con mezzi diversi, ma l'Inter, per tornare grande, ha scelto lo stesso uomo della Juve. Il ciclo d'oro dei bianconeri, che nove anni fa probabilmente non erano la prima scelta delle star del calcio europeo, mentre oggi in due estati hanno portato in Italia gente come Cristiano Ronaldo e Matthijs De Ligt, nasce proprio da Conte. In maniera diversa, appunto: a Torino era una grande scommessa, poi vinta, per ripartire dopo due settimi posti. Lì è iniziata la Juve vincitutto dell'ultimo decennio, lì è iniziato anche Conte come allenatore da grandissima squadra. A Milano è arrivato già grande. E, al netto di un fair play finanziario che crea meno limiti ai nerazzurri, è uno dei fattori che hanno (ri)portato l'Inter a essere una squadra in cui tanti, in giro per l'Europa, possono decidere di voler giocare.
Mr Conte speaks english. L'arrivo di un tecnico come Antonio Conte, capace di vincere al primo colpo la Premier League, ha avuto un netto impatto in tal senso. E il canale privilegiato con la Premier League, da Lukaku in poi, ne è la dimostrazione più lampante. Non che l'Inter dell'anno scorso fosse considerata una società di secondo piano a livello internazionale, ovvio. Però il riavvicinamento alla Juventus è il primo di una serie di fattori che hanno contribuito a far sì che l'Inter potesse affascinare uno dei migliori centrocampisti d'Europa, in scadenza a fine stagione, seguito in tempi recenti anche dai Red Devils.
Il fattore è sempre Conte. Con mezzi diversi, ma l'Inter, per tornare grande, ha scelto lo stesso uomo della Juve. Il ciclo d'oro dei bianconeri, che nove anni fa probabilmente non erano la prima scelta delle star del calcio europeo, mentre oggi in due estati hanno portato in Italia gente come Cristiano Ronaldo e Matthijs De Ligt, nasce proprio da Conte. In maniera diversa, appunto: a Torino era una grande scommessa, poi vinta, per ripartire dopo due settimi posti. Lì è iniziata la Juve vincitutto dell'ultimo decennio, lì è iniziato anche Conte come allenatore da grandissima squadra. A Milano è arrivato già grande. E, al netto di un fair play finanziario che crea meno limiti ai nerazzurri, è uno dei fattori che hanno (ri)portato l'Inter a essere una squadra in cui tanti, in giro per l'Europa, possono decidere di voler giocare.
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