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Le linee guida che non sono leggi e un caos che la FIGC ha provato a governare troppo tardi
Ci siamo ridotti all'ultimo giorno con tutte le conseguenze del caso. Il 30 giugno quest'anno non fa rima con la vigilia dell'apertura ufficiale del calciomercato, ma è il giorno della corsa contro il tempo per provare a prorogare i contratti in scadenza. La FIGC ha diramato le sue linee guida solo una settimana prima della scadenza dei contratti e, allora, ecco servita la rincorsa che ha portato con sé tanti casi dubbi e troppe incertezze.
Partiamo dalle linee guida, rese note dalla FIGC solo martedì 23 giugno dopo tante settimane di attesa. La Federazione ha preso in analisi i vari casi e ha provato a indicare la strada. Ma tracciare una strada che non è legge a giochi ripresi vuol dire riaccendere le rivalità e rendere ancora più chiari i verdetti.
A fine giugno, Spinelli a -12 dal 17esimo posto ha così deciso di non rinnovare i contratti in scadenza il 30 giugno: si sente già spacciato e quindi meglio utilizzare i ragazzi del Settore Giovanile, oltre agli otto giocatori che hanno un contratto pluriennale.
Nessuno può dirgli nulla, così come nessuno può costringere i giocatori a prolungare i contratti in scadenza al 30 giugno perché nelle linee guida riportate dalla FIGC s'è di fatto chiesto ai giocatori di lavorare gratis per due mesi. Stipendi che poi dovrebbero prendere nei 10 mesi successivi, ma senza la certezza che sarà effettivamente così. Perché questa estate lo stesso giocatore potrebbe poi trasferirsi altrove, stipulando un nuovo contratto che non terrebbe certo conto del fatto che avrebbe giocato gratis a luglio e agosto.
E allora? Ecco sbucare tante eccezioni: Robin Olsen ha salutato il Cagliari, al pari di Fabrizio Cacciatore perché in disaccordo con questa linea. Udinese e Lecce hanno trovato l'accordo per la proroga del prestito di Barak dopo un lungo tira e molla, mentre Inter e Roma rischiano di riprendere l'Europa League ad agosto senza pedine importanti come Sanchez o Smalling.
La situazione poteva essere governata meglio e doveva essere discussa prima. Non è stato così e adesso porterà con sé strascichi per tutta l'estate. Molti tra i giocatori in prestito con diritto di riscatto non hanno firmato i moduli in cui veniva chiesto di non ricevere una ulteriore retribuzione per i mesi di luglio e agosto. Giocheranno comunque perché hanno un contratto e poi, a giochi fatti, busseranno alla porta del club in cui sono attualmente per chiedere i soldi non ricevuti. Facendo poi partire una vertenza in caso di risposta negativa.
Partiamo dalle linee guida, rese note dalla FIGC solo martedì 23 giugno dopo tante settimane di attesa. La Federazione ha preso in analisi i vari casi e ha provato a indicare la strada. Ma tracciare una strada che non è legge a giochi ripresi vuol dire riaccendere le rivalità e rendere ancora più chiari i verdetti.
A fine giugno, Spinelli a -12 dal 17esimo posto ha così deciso di non rinnovare i contratti in scadenza il 30 giugno: si sente già spacciato e quindi meglio utilizzare i ragazzi del Settore Giovanile, oltre agli otto giocatori che hanno un contratto pluriennale.
Nessuno può dirgli nulla, così come nessuno può costringere i giocatori a prolungare i contratti in scadenza al 30 giugno perché nelle linee guida riportate dalla FIGC s'è di fatto chiesto ai giocatori di lavorare gratis per due mesi. Stipendi che poi dovrebbero prendere nei 10 mesi successivi, ma senza la certezza che sarà effettivamente così. Perché questa estate lo stesso giocatore potrebbe poi trasferirsi altrove, stipulando un nuovo contratto che non terrebbe certo conto del fatto che avrebbe giocato gratis a luglio e agosto.
E allora? Ecco sbucare tante eccezioni: Robin Olsen ha salutato il Cagliari, al pari di Fabrizio Cacciatore perché in disaccordo con questa linea. Udinese e Lecce hanno trovato l'accordo per la proroga del prestito di Barak dopo un lungo tira e molla, mentre Inter e Roma rischiano di riprendere l'Europa League ad agosto senza pedine importanti come Sanchez o Smalling.
La situazione poteva essere governata meglio e doveva essere discussa prima. Non è stato così e adesso porterà con sé strascichi per tutta l'estate. Molti tra i giocatori in prestito con diritto di riscatto non hanno firmato i moduli in cui veniva chiesto di non ricevere una ulteriore retribuzione per i mesi di luglio e agosto. Giocheranno comunque perché hanno un contratto e poi, a giochi fatti, busseranno alla porta del club in cui sono attualmente per chiedere i soldi non ricevuti. Facendo poi partire una vertenza in caso di risposta negativa.
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