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Speciale scouting. Il piccolo Eibar sfida i grandi della Spagna: dalle riunioni con la famiglia alle firme
Il Chievo della Spagna si chiama Eibar. Ventiseimila anime, poca voglia di apparire e tanto lavoro. Un lavoro che è cambiato con la promozione in Primera del 2014. Dopo la promozione è subito retrocessione, ma per un segno del destino un tribunale ha riportato la squadra in Serie A al posto dell’Elche. La prima vera plusvalenza nel 2017 con la cessione di Keko al Malaga. 5 milioni in cassa.
Oggi il club punta alla ricerca continua di talenti e ad anticipare la concorrenza laddove possibile nonostante le risorse limitate. Il budget non è quello del Valladolid di Ronaldo, ma c’è tanta voglia di fare. All’occhio degli uomini mercato dell’Eibar balzano oltre al territorio interno anche Portogallo e Balcani. Queste le terre di conquista con collaboratori presenti sul posto a tempo pieno. Una caratteristica che viene monitorata oltre alle qualità è il comportamento fuori dal campo, cercando di capire i lati del carattere dei calciatori che interessano.
La voglia di fare scouting e guardare al di là del proprio orticello in casa Eibar è nata con la prima promozione in Primera. Tre osservatori. Uno in Andalucia, uno a Madrid e uno a Barcellona. Tre persone impiegate con contratto part time, il loro compito era quello di lavorare soltanto nel fine settimana occupandosi della Serie B. Questi i primi passi dell’Eibar nel mondo dello scouting. Poi con il tempo la società ha capito che era arrivato il momento di avere il controllo totale del territorio e non solo. La società ha consegnato al capo scout un assistente e da lì è iniziata la ricerca del talento fuori dalla Spagna. Oggi il club ha potenziato il reparto con due persone full time, una in Portogallo (che segue anche la B argentina) e una in Croazia. E oltreché dai due preziosi collaboratori l’area scouting è composta da cinque persone del comparto tecnico.
L’Eibar presta costantemente attenzione anche al calcio italiano. Vengono seguite le medio piccole di A e la Serie B da dove poter attingere calciatori. Discorso diverso per i portieri. A decidere non sono gli uomini mercato ma... il preparatore. Individuato il calciatore viene girato il profilo al preparatore dei portieri e all’allenatore. E il parere è vincolante. Se l’opinione è negativa si valuta subito un’alternativa, che è già pronta. Giocare d’anticipo è fondamentale. Nel momento in cui la società sa se si salverà o se disputerà il campionato cadetto punta subito a chiudere le trattative già impostate. Finito il mercato estivo ci si concentra subito sulla prossima stagione. Dall’inizio del campionato a Natale la prima fase di studio. Poi la selezione accurata. E infine la scelta.
E al momento di chiudere le trattative? Prima della firma c’è un test niente male da superare. Riunione con il calciatore e l’agente. Poi con il calciatore e la famiglia, senza occhi indiscreti e senza procuratore. Attenzione a tutti gli aspetti, cercando di arrivare prima degli altri. In campo e sul mercato. Così il piccolo Eibar prova a sfidare i grandi della Spagna.
Oggi il club punta alla ricerca continua di talenti e ad anticipare la concorrenza laddove possibile nonostante le risorse limitate. Il budget non è quello del Valladolid di Ronaldo, ma c’è tanta voglia di fare. All’occhio degli uomini mercato dell’Eibar balzano oltre al territorio interno anche Portogallo e Balcani. Queste le terre di conquista con collaboratori presenti sul posto a tempo pieno. Una caratteristica che viene monitorata oltre alle qualità è il comportamento fuori dal campo, cercando di capire i lati del carattere dei calciatori che interessano.
La voglia di fare scouting e guardare al di là del proprio orticello in casa Eibar è nata con la prima promozione in Primera. Tre osservatori. Uno in Andalucia, uno a Madrid e uno a Barcellona. Tre persone impiegate con contratto part time, il loro compito era quello di lavorare soltanto nel fine settimana occupandosi della Serie B. Questi i primi passi dell’Eibar nel mondo dello scouting. Poi con il tempo la società ha capito che era arrivato il momento di avere il controllo totale del territorio e non solo. La società ha consegnato al capo scout un assistente e da lì è iniziata la ricerca del talento fuori dalla Spagna. Oggi il club ha potenziato il reparto con due persone full time, una in Portogallo (che segue anche la B argentina) e una in Croazia. E oltreché dai due preziosi collaboratori l’area scouting è composta da cinque persone del comparto tecnico.
L’Eibar presta costantemente attenzione anche al calcio italiano. Vengono seguite le medio piccole di A e la Serie B da dove poter attingere calciatori. Discorso diverso per i portieri. A decidere non sono gli uomini mercato ma... il preparatore. Individuato il calciatore viene girato il profilo al preparatore dei portieri e all’allenatore. E il parere è vincolante. Se l’opinione è negativa si valuta subito un’alternativa, che è già pronta. Giocare d’anticipo è fondamentale. Nel momento in cui la società sa se si salverà o se disputerà il campionato cadetto punta subito a chiudere le trattative già impostate. Finito il mercato estivo ci si concentra subito sulla prossima stagione. Dall’inizio del campionato a Natale la prima fase di studio. Poi la selezione accurata. E infine la scelta.
E al momento di chiudere le trattative? Prima della firma c’è un test niente male da superare. Riunione con il calciatore e l’agente. Poi con il calciatore e la famiglia, senza occhi indiscreti e senza procuratore. Attenzione a tutti gli aspetti, cercando di arrivare prima degli altri. In campo e sul mercato. Così il piccolo Eibar prova a sfidare i grandi della Spagna.
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