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La grande incognita di Antonio Conte è la sua forza di sempre: la medianaTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
venerdì 13 novembre 2020, 16:15Serie A
di Simone Bernabei

La grande incognita di Antonio Conte è la sua forza di sempre: la mediana

C’erano una volta Pirlo, Pogba e Vidal. Ma pure Marchisio, Asamoah e Giaccherini. Erano le stagioni in mezzo al 2011 e al 2014, Antonio Conte guidava la Juventus e aveva dato il via al nuovo corso di successi bianconeri. Una striscia vincente che fino a prova contraria non si è ancora interrotta. La Juventus arrivava da annate complicate e Conte, grazie alla BBC, a Tevez, Llorente ma soprattutto ad un centrocampo fra i più completi che si ricordi, riuscì a dare la svolta. Pirlo dopo l’addio al Milan a zero era il regista per eccellenza. Pogba era il campione in erba che tutti conosciamo e probabilmente proprio in quel ciclo juventino riuscì ad esprimere il suo calcio migliore. Vidal fu la grande sorpresa, per forza, consistenza, gol. Tant’è che a 6 anni di distanza Conte ha smosso mari e monti pur di riaverlo al proprio fianco. Al Chelsea nel 2016/2017, poi. L’anno che ha riportato i Clues in vetta all’Inghilterra. A centrocampo si intercambiavano gente coe Matic, Kanté, Loftus-Cheek. Addirittura Cesc Fabregas faticava a trovare spazio (almeno all’inzio). Due esperienze passate, quelle dell’allenatore dell’Inter, caratterizzate dalla forza del centrocampo. Una forza che andava oltre ai nomi, comunque di spicco. Una forza che riusciva a bilanciare perfettamente la squadra nelle due fasi.

Una forza che dava un qualcosa in più a collettivi già estremamente forti. E che ha portato in bacheca sempre e comunque dei trofei.

La differenza con l’Inter di oggi - Trofei che, oggi, non sono ancora presenti con lo stemma dell’Inter. Lo scorso anno c’è andato vicino, sia con lo Scudetto che con l’Europa League. Quest’anno l’idea è riprovarci con ancora più ambizioni, ma al momento la squadra nerazzurra stenta a decollare. Stenta a dare prove di forza, specialmente a livello di risultati. E il motivo, probabilmente, è da rintracciare proprio in quel centrocampo. Non che a nomi sia più scarso degli altri del passato, anzi. Ma forse, ancora, i centrocampisti non sono arrivati al livello competitivo dei colleghi del passato. Barella è l’unico che sembra in continua crescita, che porta corsa, assist e giocate risolutive. Vidal e Brozovic, la coppia che in questo avvio di stagione è sembrata più titolare di altre, hanno caratteristiche radicalmente opposte e per il momento non sono riusciti a trovare la giusta alchimia. Il giusto feeling per far cambiare passo a tutta la squadra. Eriksen sembra sempre di più un corpo estraneo. Raramente titolare, ancor meno decisivo. Gagliardini è rientrato da poco, Nainggolan è utilizzato quasi esclusivamente nei finali di partita. Infine Sensi, un altro che potrebbe garantire un cambio di ritmo e su cui l’Inter ha puntato molto. Ma per il momento, i problemi fisici, hanno praticamente monopolizzato ogni giudizio su di lui.