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Marotta: "Galliani esempio da seguire per me, ricordo il patto di non belligeranza Juve-Milan"
Intervistato da Inter Tv, l'ad nerazzurro Giuseppe Marotta ha parlato così dell'amichevole col Monza e della sua lunga amicizia con Adriano Galliani: "La stima è reciproca, ho sempre visto Adriano come un esempio da seguire, essendo io più giovane. Ho cercato di imitarlo, credo che entrambi abbiamo fatto una bella carriera partendo dalla provincia. L'ho conosciuto in quel famoso Monza-Varese con arbitro Lanese che finì con una vittoria del Varese".
Vi siete incontrati molte volte, tra mercato e Lega Calcio: ci racconta qualche episodio particolare?
"Posso dire che, gravitando tra Varese, Monza, Como e Milano, l'ho frequentato spessissimo anche con l'amico comune Braida. Ci vedevamo spesso nelle uggiose serate milanesi, magari andavamo a mangiare insieme uno spaghetto".
Per lei il Monza è stato un punto di partenza importante, ora ritrova una realtà che pensa in grande.
"Sì, devo dire che per me è stata una esperienza fondamentale di crescita. Prima cosa perché il Monza è stato fucina di allenatori, giocatori e dirigenti. Io sono arrivato alcuni anni dopo la vicepresidente di Galliani, il comune denominatore che ci lega è il presidente Giambelli. Con lui sono cresciuto professionalmente, un'esperienza che mi è servita per il futuro. Tornando alle vicende di mercato, mi ricordo che negli anni '80 avevamo ceduto al Milan due portieri, Antonioli e Pinato. Poi un altro fatto: in quell'anno il Como espresse un talento come Marco Simone e il Monza Gigi Casiraghi: ci fu un patto di non belligeranza tra Juve e Milan per non darsi fastidio".
Vi siete incontrati molte volte, tra mercato e Lega Calcio: ci racconta qualche episodio particolare?
"Posso dire che, gravitando tra Varese, Monza, Como e Milano, l'ho frequentato spessissimo anche con l'amico comune Braida. Ci vedevamo spesso nelle uggiose serate milanesi, magari andavamo a mangiare insieme uno spaghetto".
Per lei il Monza è stato un punto di partenza importante, ora ritrova una realtà che pensa in grande.
"Sì, devo dire che per me è stata una esperienza fondamentale di crescita. Prima cosa perché il Monza è stato fucina di allenatori, giocatori e dirigenti. Io sono arrivato alcuni anni dopo la vicepresidente di Galliani, il comune denominatore che ci lega è il presidente Giambelli. Con lui sono cresciuto professionalmente, un'esperienza che mi è servita per il futuro. Tornando alle vicende di mercato, mi ricordo che negli anni '80 avevamo ceduto al Milan due portieri, Antonioli e Pinato. Poi un altro fatto: in quell'anno il Como espresse un talento come Marco Simone e il Monza Gigi Casiraghi: ci fu un patto di non belligeranza tra Juve e Milan per non darsi fastidio".
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