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Il Covid, ma soprattutto la Brexit: il mercato europeo cambierà pelle. E anche quello italiano
Che mercato sarà nel 2021 all'estero? Una cosa è certa: gireranno pochi soldi, tra crisi economica, situazioni societarie poco chiare e Brexit.
Proprio quest'ultimo aspetto non è da sottovalutare: il 1° gennaio 2021 sancisce l'uscita definitiva del Regno Unito dall'Unione Europea e questo avrà conseguenze inevitabili, enormi, sul panorama non solo della Premier League, ma di tutto il mondo del calcio. Perché è l'Inghilterra che fa girare gli affari nel mondo del calcio.
D'ora in poi ogni club potrà acquistare solamente tre stranieri Under 21 a gennaio e complessivamente sei in una stagione. Ma niente minorenni. Per la cronaca: niente più Cesc Fabgregas, Paul Pogba, Giuseppe Rossi. Tutti arrivati giovanissimi, che hanno completato il processo di crescita in Inghilterra.
Anche un italiano, uno spagnolo o un francese avrà bisogno del permesso di soggiorno lavorativo, fin qui necessario solo agli extra-UE. Per cui solamente i giocatori di rilievo, con un determinato numero d presenze in Nazionale, in un campionato e in una squadra di un certo livello potranno avere accesso al torneo più ricco del mondo. Fabio Silva, 18 anni pagato dal Wolverhampton ben 40 milioni, ma con zero presenze nella nazionale maggiore portoghese, avrebbe probabilmente avuto delle difficoltà se avesse dovuto trasferirsi a gennaio.
Ma andiamo nello specifico: uno studio del CIES ha evidenziato il flusso di denaro intercorso tra la Premier League e gli altri campionati principali nell'ultima decade: quello con l'Italia è di ben 729 milioni di euro. Cifra enorme, ma neanche la più importante dato che gli affari con la Francia hanno portato un volume d'affardi di 1.246 milioni. E considerando la crisi emersa soprattutto tra i cugini d'Oltralpe (guardare il caso Mediacom), la chiusura delle frontiere inglesi rischia di stravolgere il calcio un po' come ha fatto la sentenza Bosman.
Per il resto, le grandi d'Europa si muoveranno poco e in verità non hanno motivo per intervenire. Il Real è più concentrato ai rinnovi pesanti, su tutti quello di Sergio Ramos tutt'altro che scontato. Il Barcellona con le presidenziali del 24 gennaio con ogni probabilità ha buttato via la finestra. Qualche nome illustre in vetrina c'è, basti pensare a Pogba e Isco: ingaggi importanti e una situazione bloccata rischiano di rinviare tutto a giugno. L'unica che potrebbe muoversi per davvero è il Paris Saint-Germain, fresco di cambio di panchina. Magari pescando proprio in Italia, terra cara a Leonardo (Eriksen?).
Proprio quest'ultimo aspetto non è da sottovalutare: il 1° gennaio 2021 sancisce l'uscita definitiva del Regno Unito dall'Unione Europea e questo avrà conseguenze inevitabili, enormi, sul panorama non solo della Premier League, ma di tutto il mondo del calcio. Perché è l'Inghilterra che fa girare gli affari nel mondo del calcio.
D'ora in poi ogni club potrà acquistare solamente tre stranieri Under 21 a gennaio e complessivamente sei in una stagione. Ma niente minorenni. Per la cronaca: niente più Cesc Fabgregas, Paul Pogba, Giuseppe Rossi. Tutti arrivati giovanissimi, che hanno completato il processo di crescita in Inghilterra.
Anche un italiano, uno spagnolo o un francese avrà bisogno del permesso di soggiorno lavorativo, fin qui necessario solo agli extra-UE. Per cui solamente i giocatori di rilievo, con un determinato numero d presenze in Nazionale, in un campionato e in una squadra di un certo livello potranno avere accesso al torneo più ricco del mondo. Fabio Silva, 18 anni pagato dal Wolverhampton ben 40 milioni, ma con zero presenze nella nazionale maggiore portoghese, avrebbe probabilmente avuto delle difficoltà se avesse dovuto trasferirsi a gennaio.
Ma andiamo nello specifico: uno studio del CIES ha evidenziato il flusso di denaro intercorso tra la Premier League e gli altri campionati principali nell'ultima decade: quello con l'Italia è di ben 729 milioni di euro. Cifra enorme, ma neanche la più importante dato che gli affari con la Francia hanno portato un volume d'affardi di 1.246 milioni. E considerando la crisi emersa soprattutto tra i cugini d'Oltralpe (guardare il caso Mediacom), la chiusura delle frontiere inglesi rischia di stravolgere il calcio un po' come ha fatto la sentenza Bosman.
Per il resto, le grandi d'Europa si muoveranno poco e in verità non hanno motivo per intervenire. Il Real è più concentrato ai rinnovi pesanti, su tutti quello di Sergio Ramos tutt'altro che scontato. Il Barcellona con le presidenziali del 24 gennaio con ogni probabilità ha buttato via la finestra. Qualche nome illustre in vetrina c'è, basti pensare a Pogba e Isco: ingaggi importanti e una situazione bloccata rischiano di rinviare tutto a giugno. L'unica che potrebbe muoversi per davvero è il Paris Saint-Germain, fresco di cambio di panchina. Magari pescando proprio in Italia, terra cara a Leonardo (Eriksen?).
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