Inter e Lukaku, numeri da relativa dipendenza. Per fortuna Romelu è tornato

Roma, Juventus, Fiorentina (due volte a Firenze tra Serie A e Coppa Italia) e possibile derby ai quarti di Coppa qualora dovesse superare il turno contro la Viola. 26 giorni che molto diranno sulle reali potenzialità dell’Inter. E siccome la squadra di Antonio Conte parecchio poggia sulla leadership, sui gol, sul trascinamento emotivo di Romelu Lukaku, ritrovarlo già dall’inizio all’Olimpico per sfida agli uomini di Fonseca, regala un sollievo e una leggerezza non certo banale. Troppo riduttivo dire che i nerazzurri dipendono dal gigante belga, si sminuirebbe la qualità di Lautaro e (nonostante gli errori dal dischetto) pure quella di Sanchez, sarebbe ingeneroso nei confronti dell’esplosività di Hakimi e della valanga di palle-gol costruite dalla squadra tutta. È però anche tanto impreciso affermare che senza Big Rom l’Inter sia sostanzialmente la stessa. I numero parlano abbastanza chiaro. Nella trasferta di Kiev in Champions League, Romelu accusa risentimento muscolare all'adduttore sinistro che gli impedisce di giocare contro il Parma: finisce 2-2, Perisic la riprende solo allo scadere. L’ex United salta anche Madrid e i nerazzurri a Valdebebas vanno ko per 3-2: Lautaro e Perisic non bastano, la squadra cede nel finale. Si va a Bergamo, Lukaku non è ancora al top, entra a 16’ dalla fine: è 1-1, segna ancora il Toro ma oltre il pari non si riesce ad andare. Salto. Fine novembre. A Monchengladbach è in programma un match cruciale per il passaggio del turno agli ottavi, perciò contro il Sassuolo a Reggio Emilia Conte tiene a riposo il suo nove: questa volta i suoi rispondono comunque presente e, con Sanchez e Gagliardini, schiantano i neroverdi ancora imbattuti. Ma, i numeri dicono, potrebbe essere stato un caso. Perché, nuovamente senza Lukaku che aveva lasciato in anticipo il match contro il Crotone per una contrattura al quadricipite della coscia destra, l’Inter cade di nuovo, in casa della Sampdoria. Solo mezz’ora non è sufficiente per il centravanti interista, la decidono gli ex. E ora Conte riflette. Per fortuna Rom è tornato in fretta, è tornato in tempo.