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Il curioso caso di Schelotto, esordio in Primera argentina a 31 anni: "Era l'ora di tornare a casa"
Ezequiel Schelotto ha fatto il suo esordio nel campionato argentino, all'età di 31 anni. Notizia che in un certo senso fa effetto visti i natali del Galgo, che ha lasciato presto la sua terra per giocare in Italia. Ha preso il posto di un'altra vecchia conoscenza del calcio italiano come Ivan Pillud, subentrandogli al 55' di Racing-Aldosivi. Schelotto ha parlato a La Nacion delle sue sensazioni: "L'Italia è la mia seconda casa perché mi ha aperto le porte da giovane. E anche se parte della mia famiglia è in Europa, un'altra è in Argentina ed era il momento di tornare. Se non lo avessi fatto ora non lo avrei più fatto. Avevo proposte da vari club europei ma ho detto al mio agente che avevo voglia di tornare in Argentina. È arrivato il Racing ed è stato subito convincente".
Hai aspettato i 31 anni per giocare in Argentina
"E infatti mi hanno preso in giro per questo. Ma sono felice di aver giocato in Italia, Portogallo e Inghilterra, in tre grandi campionati e in grandi squadre. Anche se ho fatto le giovanili al Banfield sono diventato calciatore in Europa. Tutti mi conoscevano lì mentre in Argentina mi stanno conoscendo ora. Venivo in Argentina solo in vacanza, ora ho la possibilità di giocarci e sono felice".
In Italia hai raggiunto la Nazionale. Un bilancio della tua esperienza?
"Sono arrivato a 18 anni, senza parlare la lingua. Ma a Cesena è stato facile adattarmi perché mi hanno aiutato molto. Il calcio italiano mi ha dato tanto e io ho fatto altrettanto e mi fa piacere che questo mi sia stato riconosciuto. Significa che ho lavorato duro, perché nessuno ti regala niente. Il sacrificio paga sempre".
Hai aspettato i 31 anni per giocare in Argentina
"E infatti mi hanno preso in giro per questo. Ma sono felice di aver giocato in Italia, Portogallo e Inghilterra, in tre grandi campionati e in grandi squadre. Anche se ho fatto le giovanili al Banfield sono diventato calciatore in Europa. Tutti mi conoscevano lì mentre in Argentina mi stanno conoscendo ora. Venivo in Argentina solo in vacanza, ora ho la possibilità di giocarci e sono felice".
In Italia hai raggiunto la Nazionale. Un bilancio della tua esperienza?
"Sono arrivato a 18 anni, senza parlare la lingua. Ma a Cesena è stato facile adattarmi perché mi hanno aiutato molto. Il calcio italiano mi ha dato tanto e io ho fatto altrettanto e mi fa piacere che questo mi sia stato riconosciuto. Significa che ho lavorato duro, perché nessuno ti regala niente. Il sacrificio paga sempre".
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