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Fonseca, le bugie e una Roma che in Italia non funziona in A da marzo in poi
Le bugie hanno le gambe corte, verrebbe da dire. Così Paulo Fonseca si è scagliato contro chi (la stampa) ha messo in circolo le voci di una possibile faida fra lui e i giocatori, ipotesi già smentita con un comunicato qualche giorno fa. Certo, la situazione non può essere delle più rosee, visto che il distacco fra i giallorossi e il quarto posto oramai è un solco, più che un soffio. La Roma ha sette punti di svantaggio, accumulati praticamente tutti nell'ultimo mese. Dal 14 marzo è arrivato un solo punto, contro il Sassuolo, nell'ultima di campionato.
Un po' poco per sperare e alimentare speranze di grandeur e di una musichetta che farebbe tanto bene. Così, come capita qualche volta a Roma (e Capello lo ha detto più volte nei suoi incroci con Fonseca) le situazioni si ingigantiscono e diventano un problema. Grosso. Però anche i risultati mancano. Perché i giallorossi per il secondo anno consecutivo hanno infilato la più classiche delle scorciatoie per non arrivare in Champions. Un anno fa l'Atalanta inserì la sesta e salutò, la Lazio era lontanissima, l'Inter irraggiungibile.
Così, se è vero che la Roma è l'ultima italiana in Europa ed è giusto sostenerla, dall'altro Fonseca per ora non ha dato quel che la dirigenza si poteva aspettare. Impossibile credere nel quarto posto come certezza, certo non abbandonarlo a dieci giornate dalla fine. C'è l'Europa League, vincerla sarebbe straordinario, ma almeno in Serie A qualcosa è andato storto. Dalla querelle Dzeko in giù, qualche colpa è da ricercare non solo nelle bugie, giustamente esorcizzate da tecnico e ambiente. La vittoria contro l'Ajax è sembrata casuale per svolgimento, per letteratura e anche per eroe, Ibanez, ampiamente insufficiente prima. Il calcio è così e anche Fonseca avrà l'opportunità, almeno fino a maggio, di far ricredere tutti.
Un po' poco per sperare e alimentare speranze di grandeur e di una musichetta che farebbe tanto bene. Così, come capita qualche volta a Roma (e Capello lo ha detto più volte nei suoi incroci con Fonseca) le situazioni si ingigantiscono e diventano un problema. Grosso. Però anche i risultati mancano. Perché i giallorossi per il secondo anno consecutivo hanno infilato la più classiche delle scorciatoie per non arrivare in Champions. Un anno fa l'Atalanta inserì la sesta e salutò, la Lazio era lontanissima, l'Inter irraggiungibile.
Così, se è vero che la Roma è l'ultima italiana in Europa ed è giusto sostenerla, dall'altro Fonseca per ora non ha dato quel che la dirigenza si poteva aspettare. Impossibile credere nel quarto posto come certezza, certo non abbandonarlo a dieci giornate dalla fine. C'è l'Europa League, vincerla sarebbe straordinario, ma almeno in Serie A qualcosa è andato storto. Dalla querelle Dzeko in giù, qualche colpa è da ricercare non solo nelle bugie, giustamente esorcizzate da tecnico e ambiente. La vittoria contro l'Ajax è sembrata casuale per svolgimento, per letteratura e anche per eroe, Ibanez, ampiamente insufficiente prima. Il calcio è così e anche Fonseca avrà l'opportunità, almeno fino a maggio, di far ricredere tutti.
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