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Tra ricambio generazionale e addii eccellenti, il Real di Ancelotti non ha davvero nulla da perdere
Carlo Ancelotti non deve dimostrare più nulla. Per lui parlano gli innumerevoli trofei conquistati, in particolare le tre Champions League che lo pongono di diritto nell'Olimpo degli allenatori. La tanto agognata Decima del Real Madrid è stata la sua ultima grande impresa; poi sono arrivate stagioni difficili, alla guida di Bayern Monaco e Napoli, prima di accettare una sorta di ridimensionamento e di guidare l'ambizioso Everton. Un progetto a lungo termine, interrotto però bruscamente dalla chiamata di Florentino Perez: ai Blancos serve di nuovo la sua capacità di gestire il gruppo, di tenerlo unito, di saper comunicare. Il Real è nel pieno di quel processo di ricambio generazionale cominciato tre estati fa, quando Cristiano Ronaldo salutò per accettare la proposta della Juventus; ha appena perso capitan Sergio Ramos, finito a rinforzare una delle rivali in campo europeo, e si separerà anche da Raphael Varane, ovvero la coppia centrale che per un lustro ha dominato sui campi del continente. Della vecchia guardia restano solo Carvajal, Marcelo (ormai comprimario), i tre centrocampisti (Kroos, Casemiro e Modric) e Karim Benzema. E Gareth Bale, qualora abbia intenzione di restare per recitare l'ultimo atto di quella che è diventata la più strana delle commedie. Poi tante scommesse e tanti punti interrogativi, a cominciare proprio dalla difesa, che dovrà cercare nuovi automatismi e nuovi punti di riferimento, con David Alaba pronto a raccogliere il testimone dei due totem.
Rinforzi e aspettative - La rivoluzione continuerà, coinvolgendo (in uscita) sicuramente altri nomi, su tutti Isco, Jovic, Ceballos ed Odegaard. Poi sarà il momento di entrare in azione. Il mercato delle big, eccezion fatta per il Paris Saint-Germain, non è ancora nel vivo e probabilmente non ci saranno novità da qui al 31 agosto. I tre nomi più importanti rischiano di restare "prigionieri" per motivi diversi: Paul Pogba e Kylian Mbappé si potranno liberare gratuitamente nel 2022, mentre il contratto di Erling Haaland suggerisce di aspettare ancora 11 mesi per sfruttare la famosa clausola che renderebbe il costo del suo cartellino molto più accessibile.
A Madrid osservano con attenzione gli sviluppi e monitorano queste tre situazioni, pronti a sfruttare ogni piccola apertura e ogni minima crepa. E non è detto che Florentino Perez non ci provi fino al termine della finestra dei trasferimenti, soprattutto per il fuoriclasse del PSG, che ha dato segnali di insofferenza e aspetta solo un cenno per "rompere" definitivamente e raggiungere il club più titolato del mondo. Una squadra che, in ogni caso, non si presenterà a nastri di partenza della nuova stagione come favorita né in patria, né in Europa: questo potrebbe giocare a vantaggio di Carlo Ancelotti, che non ha davvero nulla da perdere. E se dovesse trionfare ancora una volta, darebbe il colpo di grazia ai tanti (forse troppi) detrattori.
Rinforzi e aspettative - La rivoluzione continuerà, coinvolgendo (in uscita) sicuramente altri nomi, su tutti Isco, Jovic, Ceballos ed Odegaard. Poi sarà il momento di entrare in azione. Il mercato delle big, eccezion fatta per il Paris Saint-Germain, non è ancora nel vivo e probabilmente non ci saranno novità da qui al 31 agosto. I tre nomi più importanti rischiano di restare "prigionieri" per motivi diversi: Paul Pogba e Kylian Mbappé si potranno liberare gratuitamente nel 2022, mentre il contratto di Erling Haaland suggerisce di aspettare ancora 11 mesi per sfruttare la famosa clausola che renderebbe il costo del suo cartellino molto più accessibile.
A Madrid osservano con attenzione gli sviluppi e monitorano queste tre situazioni, pronti a sfruttare ogni piccola apertura e ogni minima crepa. E non è detto che Florentino Perez non ci provi fino al termine della finestra dei trasferimenti, soprattutto per il fuoriclasse del PSG, che ha dato segnali di insofferenza e aspetta solo un cenno per "rompere" definitivamente e raggiungere il club più titolato del mondo. Una squadra che, in ogni caso, non si presenterà a nastri di partenza della nuova stagione come favorita né in patria, né in Europa: questo potrebbe giocare a vantaggio di Carlo Ancelotti, che non ha davvero nulla da perdere. E se dovesse trionfare ancora una volta, darebbe il colpo di grazia ai tanti (forse troppi) detrattori.
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