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Lukaku: "Lautaro il primo a sapere del mio ritorno all'Inter. In campo dovremo fare di più"
"Qual è stata la prima persona a cui ho detto che sarei tornato all'Inter? A Lautaro. Ci siamo parlati prima su Instagram perché avevo cambiato il numero e da lì su WhatsApp e ci siamo scritti tantissime volte. Lui è stato uno dei primi con cui ho parlato dei giocatori, dopo c'era Dimarco, Bastoni e tutto il resto". A parlare così, nell'intervista a DAZN, è Romelu Lukaku che si sofferma su passato, presente e futuro all'Inter.
Quando ha incontrato Lautaro che le ha detto?
"Che deve fare di più (ride, ndr). Il primo giorno che ci siamo visti ci siamo detti che dobbiamo fare meglio di prima perché, se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi con la squadra, dobbiamo fare tutti meglio perché le altre squadre sono diventate più forti, è molto semplice. Tutto è iniziato dal primo giorno che ci siamo visti, subito ho visto che le sue qualità potevano aiutare me, ma anche le mie lui. Non siamo attaccanti veramente egoisti davanti alla porta perché io so quando è il giorno di Lautaro e non è il mio giorno, così cerco di fargli fare gol, segna, vinciamo e la portiamo a casa. Abbiamo questa voglia di vincere le partite. In allenamento non siamo nella stessa squadra, siamo sempre in quella opposta perché vogliamo essere competitivi, ma se il mister sceglie di farci giocare insieme nelle partitelle sappiamo che possiamo fare la differenza per la squadra".
Avete già parlato dell'esultanza?
"Rimane quella, perché dobbiamo cambiare (ride, ndr)".
Quando ha incontrato Lautaro che le ha detto?
"Che deve fare di più (ride, ndr). Il primo giorno che ci siamo visti ci siamo detti che dobbiamo fare meglio di prima perché, se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi con la squadra, dobbiamo fare tutti meglio perché le altre squadre sono diventate più forti, è molto semplice. Tutto è iniziato dal primo giorno che ci siamo visti, subito ho visto che le sue qualità potevano aiutare me, ma anche le mie lui. Non siamo attaccanti veramente egoisti davanti alla porta perché io so quando è il giorno di Lautaro e non è il mio giorno, così cerco di fargli fare gol, segna, vinciamo e la portiamo a casa. Abbiamo questa voglia di vincere le partite. In allenamento non siamo nella stessa squadra, siamo sempre in quella opposta perché vogliamo essere competitivi, ma se il mister sceglie di farci giocare insieme nelle partitelle sappiamo che possiamo fare la differenza per la squadra".
Avete già parlato dell'esultanza?
"Rimane quella, perché dobbiamo cambiare (ride, ndr)".
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