Italiani all'Estero - La Turchia è un rifugio sicuro. Anche per gli allenatori

La Turchia, per gli italiani, sta diventando un rifugio sempre più sicuro. Un luogo in cui si sa di essere ben accetti e nel quale si può andare per tentare di rigenerarsi, come sta succedendo anche ad alcuni allenatori del nostro paese.

È il caso per esempio di Vincenzo Montella, la cui carriera sembrava essere entrata in una spirale negativa dalla quale sta uscendo a suon di risultati con l’Adana Demirspor, squadra che non ha i favori del pronostico ma che sta conoscendo momenti di piccola gloria con l’Aeroplanino, salito agli onori della cronaca non solo per il litigio con Balotelli che ha fatto cambiare aria a quest’ultimo. Spera di poter fare altrimenti, anche se finora la questione è andata a targhe alterne, Andrea Pirlo: l’ex Juve è ripartito dal Karagumruk, che però procede con andamento balzellante. Sulle panchine turche si muove con tanta discrezione quanta ambizione Francesco Farioli, giovane prodigio della panchina made-in-Italy, più giovane di molti giocatori e adesso alla guida dell'Alanyaspor.

Sono ben nove i giocatori italiani presenti al momento nel campionato turco: la colonia più consistente, come volevasi dimostrare, è il Karagumruk di Pirlo in cui trovano spazio Emiliano Viviano in porta, tra difesa e centrocampo il duo in prestito (da Genoa e Frosinone) Davide Biraschi e Matteo Ricci, in attacco Fabio Borini. C’era anche Andrea Bertolacci, ora però al Kayserispor. Due centravanti esperti e vecchie conoscenze della Serie A quali Joao Pedro e Stefano Okaka guidano gli attacchi di Fenerbahce e Basaksehir, la meteora Federico Macheda fa lo stesso nell’Ankaragucu. Chiude il quadro turco il difensore Raoul Petretta, nato in Germania da genitori irpini fuggiti dal terremoto e cresciuto nel Basilea, ora al Kasimpasa.