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Juve salda in zona Champions, ma non va bene nemmeno così (per alcuni)TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 26 aprile 2022, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti
per Bianconeranews.it

Juve salda in zona Champions, ma non va bene nemmeno così (per alcuni)

La vittoria pesantissima al Mapei Stadium vale un pezzo di stagione. Un grosso pezzo. Tre punti pesantissimi, un successo da sliding doors, di quelli che cambiano le sorti di un club all’interno di un campionato. Un’affermazione arrivata con il gol di Kean, in chiusura di gara, che avrebbe potuto rasserenare gli animi all’interno delle varie fazioni all’interno della tifoseria bianconera, invece no. Non va bene nemmeno così per alcuni. D’altronde il calcio andrebbe inteso nella sua profondità di intenti, situazioni, problematiche di campo, commistionate a errori, infortuni, elementi contingenti. Invece, sempre più sovente, sui social, qualcuno combatte una propria battaglia personale, fondata solo, ed esclusivamente, su ciò che vorrebbe vedere e non in base alla valutazione della situazione reale, quella che si sviluppa sul campo.

Positività: Juventus al quarto posto, 8 punti di vantaggio sulla quinta a 4 giornate dal termine. Insomma, piazzamento Champions quasi in cassaforte, fondamentale per introiti, possibilità di fare mercato e giocare ancora nella massima competizione europea. Un filotto di risultati positivi, quasi consecutivi, durato oltre mezzo campionato, una squadra che, nonostante alcune debacle, ha mostrato carattere e capacità di tirarsi fuori dai guai (recuperando 15 punti su 16 di distacco al Napoli ad esempio), insidiando nelle ultime giornate la terza piazza detenuta dai partenopei. La prestazione contro il Sassuolo non è stata brillante, ma la Juventus era priva di tanti calciatori importanti, cosa accaduta in tutta la stagione, visto che Mister Allegri non ha mai, e ripeto mai, potuto contare per una sola gara sull’intera rosa a disposizione. Al Mapei Stadium mancavano Chiesa, McKennie, Kaio Jorge, Arthur, Locatelli, Cuadrado, De Ligt e Vlahovic si è accomodato in panca, giocatori che la critica spesso si dimentica, volutamente, e che se vestissero altre casacche diventerebbero eterni alibi da sbandierare. Alla Juve non funziona così, si scende in campo rabberciati, incerottati, stringendo i denti per portare in carniere 3 punti fondamentali perché, a questo punto della stagione, ancor di più, conta solo il risultato.

Negatività: il gioco di Allegri, o per qualcuno il non gioco di Allegri, è la causa scatenante di infinite e sterili polemiche ad alto volume. La Juventus non è quasi mai stata cannoneggiante in questa stagione e men che meno dominatrice, ma il paradosso calcistico ci racconta che, contro l’Inter poche settimane orsono, la miglior Juve, vista in stagione, ha disputato un grande match uscendone sconfitta. E non aggiudicandosi nemmeno uno scontro diretto con le tre che la precedono. Tutto vero, ma bisogna essere pragmatici, sul finale di stagione per ottenere il pass per gli obiettivi preposti, bisogna vincere. Meglio brutti e vincenti o bellissimi ma perdenti? Ai puristi questo assioma non piacerà, ma il calcio è fatto di risultati, il resto cade nell’oblio, spostato nel limbo della memoria. Lecito attendersi migliorie nel gioco e nei risultati dalla prossima annata, ma intanto vanno fatti i conti esclusivamente su questa stagione, tralasciando gli idealismi.

Un concetto conclusivo è stato svelato dalle parole pronunciate nel post partita da Allegri che, nemmeno tanto recondite, raccontano la Juve di questa travagliata stagione: “Non possiamo fare cose che in questo momento non sono nelle nostre corde, bisogna essere pratici”.

Tradotto: nel bene e nel male oggi serve solo portare a casa vittorie perché le caratteristiche della squadra sono queste, e questa Juve, nonostante la crescita può dare ciò, al netto di assenze, infortuni ed errori del Mister che certamente ci stanno nel computo. In estate la dirigenza sarà chiamata ad allestire una rosa migliorata con caratteristiche tecnico-tattiche più complete, vedasi soprattutto il centrocampo, e non solo. Ma senza il posto Champions, quasi 60 milioni di introiti per stare nel solo tabellone, il compito di costruire una nuova squadra diventerebbe improbo e quasi impraticabile. Se non si assimila il concetto, amen. Il calcio è fatto anche di visioni che debbono andare oltre il proprio credo personale e relative impuntature aprioristiche. A tutti piacerebbe godersi una grande Juventus scintillante e vincente, il binomio perfetto certo, ma oggi non è così. La prossima stagione rappresenterà la vera riprova del lavoro di trasformazione di Allegri, un Mister che, piaccia o meno, ha saputo risollevare le sorti di una Juve criticata e spernacchiata da taluni “fedeli” tifosi catastrofisti.