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tmw / juventus / La Frecciata
Andrea Agnelli e la fine del suo ciclo fantasticoTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 29 novembre 2022, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti
per Bianconeranews.it

Andrea Agnelli e la fine del suo ciclo fantastico

Facce da Juve, persone da Juve. Andrea Agnelli ha incarnato profondamente ed epidermicamente tutto ciò, un Presidente con la pelle, il cuore e il Dna bianconeri, che ha saputo far ritornare vincente una Juventus in balìa dei settimi posti. Il suo palmares è letteralmente soverchiante: 9 Scudetti, 4 Coppe Italia, 5 Supercoppe italiane, 5 Scudetti femminili, 2 Coppe Italia femminili, 3 Supercoppe femminili, 1 Coppa Italia di Serie C. Il Presidente per eccellenza, quello più vincente nella storia ultracentenaria bianconera, tantissimi titoli conquistati e posti in bacheca in 12 anni di ruolo. Poi le storie più luccicanti ed esaltanti finiscono, causando uno shock potente per tutto il popolo juventino, ma non si deve e non si può dimenticare tutto ciò che Andrea Agnelli ha compiuto per la sua Juventus. Vietato dimenticare i trionfi, le gioie, i sorrisi, l’ebbrezza e l’entusiasmo per le coppe sollevate al cielo, vietato, però, evitare di analizzare gli errori compiuti negli ultimi anni da una società, e dal suo massimo esponente, che sono costati, infine, le dimissioni. Record praticamente impareggiabili e imbattibili, 9 scudetti consecutivi mai nessuno li aveva neppure sognati nel calcio nostrano, una gestione oculata e perfetta nei primi anni, con una tendenza ad anticipare il futuro e a prendersi cura del calcio in generale, con una prospettiva futuristica, da qualcuno definita visionaria per l’anticipo di certe idee.

Però va anche sottolineato che in Agnelli e nella società qualcosa ha iniziato a scricchiolare nella pianificazione, a cominciare dal 17 maggio 2019 con la separazione da Mister Allegri. Due dirigenti che imprimono il cambio di guida tecnica, l’arrivo di Sarri che mai sarebbe entrato nemmeno nelle candidature bianconere qualche anno addietro, e un Presidente troppo passivo in tale sterzata. E ancora la fantastica mossa Ronaldo, incensata e operata per raggiungere i top team europei, dando l’assalto alla Champions, mossa poi fortemente mutilata dalla pandemia globale che ne ha drammaticamente attutito i risultati, sprofondando i conti della società in un rosso pauroso. In mezzo mettiamoci pure la situazione spinosissima del tifo organizzato, con posizioni societarie e presidenziali ferree, che hanno privato lo Stadium del cuore pulsante del tifo e della bolgia a tanti decibel, che aveva contraddistinto la casa della Juve nei primi anni di incarico. Per arrivare all’intero cda dimissionato dal proprietario John Elkann e la fine dell’impero bianconero del Presidente, una strategia attuata per proteggere e tutelare il buon nome della Juventus e per permettere una difesa arcigna, nei confronti degli attacchi dell’inchiesta Prisma e dei rilievi della Consob. I conti profondamente in rosso e alcune operazioni hanno attirato l’interesse della Procura di Torino, in attesa di capire come finirà questa vicenda e quali sviluppi partorirà. Che dal punto di vista sportivo non sposta nulla, chi parla di retrocessione o di altri panorami apocalittici dovrebbe studiarsi i regolamenti, ma potrebbe schiudere, e il condizionale mai come ora è d’obbligo, sviluppi processuali ed eventualmente penali legati alla giustizia ordinaria.

Il tempo ci dirà a tal riguardo, oggi però, subito all’indomani del tramonto della presidenza Agnelli, la tristezza attanaglia chi ama svisceratamente e ha a cuore le sorti della Vecchia Signora. E nei tifosi non si placano, timori, paure e vecchi incubi che lo shock di poche ore fa ha smosso. Quando finisce un’era ne comincia subito un’altra, questa da sempre la filosofia della Juventus, certo non vedere più Andrea Agnelli al timone sarà arduo da metabolizzare, e, se vogliamo, con sembianze di innaturalezza. Ad Andrea Agnelli va solamente detto grazie, un ringraziamento enorme e smisurato per aver riportato la Juve a fare di nuovo la Juve, dopo alcuni anni di estrema simpatia da parte di media e avversari, contenti e gongolanti dal non dominio di marchio bianconero. La Juventus resta e va avanti, in attesa di schiarite sul fronte societario e progettualità in ambito tecnico, perché il campo resta il principio inoppugnabile del calcio. La presidenza Agnelli entra direttamente nella leggenda della Juventus, nonostante lo yin e yang e la diversa faccia della stessa medaglia di una gestione lunga ben 12 anni. Andrea Agnelli chiude il suo mandato in una fredda e grigia serata torinese, quasi un presentimento. Lui è stato il Re di una Juve maestosa non immune da errori, ma è umano ammettere che, anche a fronte di immensi trionfi, le cadute sono sempre dietro l’angolo. Fa parte della vita, del calcio. Grazie di tutto Presidente, grazie per esser stato lo zenith nella sfera celeste colorata di bianco e nero.