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Una sosta che non aiuta nessuno, nel nuovo corso azzurro che non esiste. Il futuro di Buffon è un finto problema. Una Juve sadicaTUTTO mercato WEB
martedì 20 marzo 2018, 00:30Il punto
di Ivan Cardia
per Tuttojuve.com

Una sosta che non aiuta nessuno, nel nuovo corso azzurro che non esiste. Il futuro di Buffon è un finto problema. Una Juve sadica

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com

Avanti azzurri, alla riscossa! Argentina e Inghilterra saranno due test probanti per il prossimo mondiale, l’occasione per vedere all’opera il gruppo della Nazionale che in Russia contenderà il titolo iridato a Brasile, Germania, Spagna e compagnia cantante. Come no, ci piacerebbe. Invece il mondiale lo vedremo, se lo vedremo, un po’ intristiti davanti alla tv, le due amichevoli di lusso diventano l’occasione per la rassegna di una nazionale che non è mai stata e di cui nessuno si ricorderà. 

La sosta per le nazionali, diciamo la verità, a noi amanti del pallone è sempre stata abbastanza sulle scatole. Rompe il ritmo del campionato, e pure quello del fantacalcio. Di solito rasenta l’inutilità, questa volta sfocia nel paradossale. La piccola Italia a cospetto di due nazionali che, chi più chi meno, andranno davvero a giocarsi il titolo mondiale dalle parti di Mosca fra qualche mese. La piccola Italia dell’anno zero di cui però nessuno si è accorto. Due confronti inutili, già organizzati, e anche male. A proposito: l’organizzazione delle amichevoli è uno dei motivi principali per il nostro ranking difettoso. Che, in pochi lo vogliono ammettere, ha più responsabilità di Ventura nella mancata partecipazione a Russia 2018. Arriverà la Nations League, e vivaddio, ma sfidare le big del mondo mentre Belgio e Svizzera fardellano di gol nazionali misconosciute non ha pagato e non pagherà in futuro.

Il nuovo corso dell’Italia, in fin dei conti, lo stiamo ancora aspettando. Il commissario tecnico è solo un volto della rivoluzione che tutti ci aspettiamo, ma una faccia molte volte è più decisiva di tante altre cose. Attaccare Di Biagio è facile e in parte si fa centro, perché è come sparare sulla Croce Rossa. Le verità del ct temporaneo che rischia di diventare stabile sono tante. Che Di Biagio ha idee, ma non è pronto per l'Italia, neanche a livello di gavetta federale. Che le prime convocazioni sono il manifesto di un movimento fermo e senza una direzione da prendere. Che nessuno vuole l'Italia, a parte Mancini. Di altri big pronti a vestire l'azzurro, ammesso che sia necessario averne, neanche l'ombra. E questo resta un problema per il futuro.

Tra i convocati di Di Biagio, e qui arriviamo alle cose di casa Juventus, c'è anche Gianluigi Buffon, pietra dello scandalo per molti. Sul suo futuro, tutti scrivono tutto e il contrario di tutto. È lo sport nazionale, parlare di calcio, non ci si scandalizzi. Lasciamo da parte il futuro azzurro: non ci sarà al prossimo mondiale, è una verità. Sul bianconero, però, penso che il suo rinnovo sia un finto problema. C'è una questione di gratitudine: a Buffon, senza se e senza ma, la Juve dovrebbe fare una statua, e lasciargli fare quello che vuole. Non è nato juventino, lo è diventato. E ha fatto quello che altri non hanno avuto il coraggio di fare: nel 2006 ha rinunciato a tanto, dal Pallone d'Oro in giù, per scendere in Serie B. Lui, il miglior portiere del calcio, o almeno del calcio moderno. C'è una questione di ordine tecnico: Buffon, senza guardare la carta d'identità, è ancora il miglior portiere della Serie A. Forse il secondo dopo Alisson, ennesimo brasiliano che prova a rubargli il titolo. Che urgenza c'è di farne a meno? Buffon non può e non deve diventare un problema. Non lo merita, semplicemente. È ancora tra i migliori, se vuole andare avanti può farlo. È un discorso simile a quello di Valentino Rossi: se è ancora uno dei migliori piloti al mondo, perché diavolo dovrebbe ritirarsi. Abbia l'accortezza di ritirarsi bene, quello sì. Lasciando il giusto spazio a Szczesny, che in fin dei conti ha sostanzialmente scelto lui. Ma è un discorso diverso, anche più delicato se volete.

Delicato è il momento della lotta scudetto. Juve e Napoli non vivono un buon momento di forma, è oggettivo. Tutto sta a vedere come ciascuna delle due saprà gestirlo. La pausa nazionali, anche qui, è un falso mito: non aiuterà a recuperare nessuno, perché entrambe perdono più di dieci giocatori. La bellezza del vivere senza coppe, quando si tornerà a giocare, è qualcosa che in bianconero nessuno si augurerebbe di provare: è anche questa una delle grandi differenze di mentalità fra le due squadre. C'è poi una punta di sadismo, in questa Juve: penso che il Napoli alla fine perderà il campionato, ma è bello tenerlo aperto e far sperare. O far soffrire i tifosi, che il settimo scudetto fanno finta di snobbarlo ma lo sognano. Con la speranza che non si trasformi in masochismo.