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L'IMBOSCATA - Scorie Juve, ma niente alibi. Dybala risponda al linguacciuto. Malagò si occupi di Pecoraro. Marotta e Paratici spengono i fari: tante voci e una sola verità. Il grande mistero cinese: genio nascosto, ologramma o chi altro?
venerdì 23 marzo 2018, 00:10Il punto
di Andrea Bosco
per Tuttojuve.com

L'IMBOSCATA - Scorie Juve, ma niente alibi. Dybala risponda al linguacciuto. Malagò si occupi di Pecoraro. Marotta e Paratici spengono i fari: tante voci e una sola verità. Il grande mistero cinese: genio nascosto, ologramma o chi altro?

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.

NESSUN ALIBI

La Juventus che pareggia a Ferrara ha evidenziato stanchezza fisica e forse anche mentale. La Spal che mette in piedi una aggressiva fase difensiva mostra che tu puoi essere  il dio della pelota in terra ma che se sul pallone arrivi per secondo, la tua tecnica non basta . 

Il Napoli che dimezza lo svantaggio in classifica non ha incantato.

E' stanco - a mio parere - quanto la Juventus.

La Juventus è macchinosa, gli infortuni di Bernardeschi e Cuadrado le hanno tolto agilità e fantasia in zone nevralgiche del campo. La condizione ambigua di Mandzukic e Alex Sandro, ha aggiunto scorie ai suoi ingranaggi .

Il Napoli ha  rosa più corta rispetto alla Juventus. Ma le scelte di Sarri (che non si fida delle seconde linee) l'hanno resa ancora più corta.

Poi c'è la variabile Scilla e Cariddi: a parte il Benevento, ormai sull'orlo dell'Inferno, in tante stanno lottando per sopravvivere. Corrono come ad inizio stagione non correvano.

Il calendario influirà. E non solo sulla lotta per la salvezza. Influirà anche sulla qualificazione alla Champions e inevitabilmente sull'assegnazione dello scudetto .

L'esiguo vantaggio impone  alla Juventus di non avere e non cercare alibi. Non ne avrà neppure il Napoli. Entrambe hanno la possibilità di realizzare (con le debite proporzioni, ovviamente) qualche cosa di straordinario. E a mio parere è giusto così. Giusto che se la vedano e se la giochino a Torino.   

 Il resto sono benemerite stronzate.

 La Juventus non può non rispettare il campionato del Napoli, in una Lega che - a livello continentale - è  ancora l'unica veramente aperta per quanto attiene al titolo.

 Il Napoli avrà pure la zavorra delle mosche cocchiere, ma non può non rispettare una squadra che sta giocando per il settimo titolo consecutivo . 

DYBALA “RISPONDA”  SUL CAMPO

Il Ct della Nazionale Sampaoli, promosso Higuain e ha bocciato sia Icardi che Dybala. Con parole non proprio diplomatiche. Ora, uno che ha in squadra Messi, Aguero, Di Maria, Higuain può permettersi anche parole antipatiche.  Con la consapevolezza che i destinatari potrebbero anche fargliele ingoiare.

 La ruota gira e il calcio è un mistero agonistico spesso imprevedibile. Icardi ha a disposizione solo il campionato italiano. Ma Dybala ha la Champions: faccia arrossire Dybala il suo linguacciuto ct, con prestazioni super a Torino e a Madrid. Di fronte avrà Cristiano Ronaldo. E sulla panchina del Real  un numero dieci a tutti gli effetti che nella storia della Juventus (e del Real) ha significato qualche cosa: Zizou Zidane. Faccia il suo, Dybala. Se lo farà bene, come è nelle sue possibilità, alla fine potrà prendersi la sua rivincita. Costringendo Sampaoli a ricredersi.

MALAGO' SI OCCUPI DI PECORARO 

A proposito di Coni: il suo collegio di garanzia ha accolto il ricorso presentato dalla Procura generale dello sport in merito alla vicenda riguardante la Juventus e i rapporti non consentiti con i tifosi in riferimento alla decisione di annullare le sanzioni inflitte in primo grado ai dipendenti del club, Stefano Merulla e Alessandro D'Angelo per difetto di giurisdizione sportivo- disciplinare. E ha inviato il ricorso alla Corte federale d'Appello .

Voglio essere chiaro in proposito.

 Sulla questione calcio-malavita non c'è tifo che tenga. Se complicità ci sono state è giusto che chi ha sbagliato, paghi. 

Ma di questa vicenda non si occupi più chi ha presentato false intercettazioni e ha sottratto atti alla difesa. 

Sarebbe auspicabile che, tra i suoi tanti impegni, il presidente del Coni, Malagò, intervenisse.

Vuole la vulgata capitolina che Malagò - interpellato - a suo tempo da Tavecchio desse positivo  parere sulla candidatura a procuratore federale di Pecoraro.

Per omissione in atti di ufficio (alla difesa della Juventus, Pecoraro negò copia della trascrizione dell'intercettazione che a sua “interpretazione“ avrebbe dovuto risultare “fumante“) negli Stati Uniti i procedimenti delle Procure vengono annullati .

Ma visto che Pecoraro è incollato alla sua poltrona, Malagò provveda ad avviarlo all'uscita.  Anche perché il procuratore sembra incline a giudicare diversamente i comportamenti di Atene rispetto a quelli di Sparta.

La giustizia faccia il suo corso, per quanto duro, il corso possa rivelarsi.

Ma non con la regia di Pecoraro. 

Chi sbaglia deve pagare. Vale per tutti. Anche per i procuratori. Anzi: soprattutto per i procuratori. Federali o meno che siano.

A PARTE CAN.....

Mercato? Mi prendo una pausa. A parte le cose certe (entrate di Spinazzola, Caldara, Pjaca forse Mandragora, acquisizione di Favilli - ma non per restare a Torino - uscita del pendolino svizzero e quella dello jellatissimo Howedes) l'unica trattativa veramente conosciuta è quella per Can.

Ammessa anche da Marotta .

Di voci e indiscrezioni - come tutti- ne ricevo quotidianamente. Ma nessuna, neppure quelle molto probabili come Darmian e Pellegrini hanno al momento vera solidità. Nessuno ancora conosce il futuro di Asamoah, per dire. Su quello di Buffon francamente mi astengo: è diventato una telenovela e non mi piace. 

Questo non significa che Marotta e Paratici non stiano lavorando per cercare di rafforzare la squadra. Lo stanno facendo ma, io reputo, a fari spenti. 

Ma mi sento di accreditare la Juventus per almeno un grande “colpo“ estivo. 

 E SE FOSSE UN OLOGRAMMA ?  

E' venuto in Italia per quattro giorni e non ha detto una parola.

Mister Li , proprietario del Milan, continua a schivare i giornalisti come appestati. Dice: parla solo cinese. Chissà come avrà fatto a stipulare i contratti con Eliott: magari qualche funzionario dell'Avvoltoio parla cantonese.

Intanto Milena Gabanelli e  Mario Gerevini sul Corriere della Sera hanno pubblicato la seconda puntata del dossier Milan-Li: “Fallisce la società cassaforte di Li: altra spallata alla credibilità cinese". E la procura di Milano - pur senza ipotesi di reato - ha aperto sulla vendita del Milan un fascicolo. Tradotto: “La Stampa" non aveva mentito .

La matassa Li- Milan appare un gomitolo incasinato da un gatto dispettoso.  

La società fallita di Li alla quale fa riferimento il Corsera è la Jie Ande. Ma non farebbe più parte  dell'asset di Li (dato in garanzia ad Eliott per ottenere 300 pippi, al tasso dell'11,5 %) da almeno un anno.

 Asset è termine  “figo“ che definisce una più frequentata parola: scatola.

 Pleonastico, in questo caso, aggiungere “cinese“ .

Ora se Li l'asset  Jie Ande da un anno non lo possedeva più, quali altre garanzie avrà dato ad Eliott? Sarebbe interessante saperlo. Perché Eliott continua a garantire il Milan in sede Uefa.

E secondo il Corsera per un'altra ragione.  “...per pochi milioni non restituiti alla scadenza a una finanziaria di Cayman (che ha in pegno una delle holding del Milan con sede alle Isole Vergini) Li ha accettato di pagare un interesse del 24% in cambio della proroga del finanziamento e facendosi garantire dalla moglie“.

Ora se ancora non vi è venuto il mal di testa tra Cayman e Isole Vergini la cosa più rilevante – a mio parere - che scrive il Corsera è la seguente: “L'intera operazione Milan-Li, oggi che i nodi del passato vengono al pettine, appare dunque come un enorme azzardo (se non messainscena) finanziario con scarsissimi contenuti e visione imprenditoriali“.

Passaggio pesante .

 Li conoscerà solo il cinese ma garantito, qualcuno che traduca  per lui, a libro paga ce l'ha .

La vicenda presenta aspetti sempre più misteriosi. Adesso  – scrive sempre il Corriere della Sera - “l'avvocato nominato dai giudici di Pechino potrà certificare se davvero quel piccolo tesoro detenuto dalla cassaforte Jie Ande cioè la partecipazione dell'11,4 % nella quotata Zhuhai Zhongiu, fosse davvero di mister Li come da lui dichiarato. O non, invece , di un certo Jinzhong Liu, come dichiarato nei bilanci“ .

Liu chi? 

Ci manca solo che media rivelino di come Li abbia cercato di dare in garanzia attraverso Liu. l'asset Fontana di Trevi .

Ora: escludendo che Li sia un cinese della milanese via Paolo Sarpi, i casi sono, a mio parere, due.

 O dietro a Li c'è un “genio“ della trigonometria (esagero: quantistica)  finanziaria che forse si  chiama Liu.

Oppure mister Li potrebbe essere un ologramma .

Missione - nel caso - anche per la brava Milena, impossibile. Ma con la consulenza di Tom Cruise, chissà…? 

C'è un'ultima ipotesi. E cioè che Li sia un affiliato della Spectre. Il risultato della più estrema ricerca in fatto di teletrasporto, bilocazione e chirurgia plastica.

 La clinica non si troverebbe a Cuba ma in Siberia. Invisibile a radar e satelliti. Impenetrabile persino da 007 James Bond.

 Ma questo è solo il soggetto di una graphic novel alla quale da mesi sta lavorando un mio amico illustratore.