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L’ansia di CR7 e i dolori delle altre: l’anti-Juve ora è la SPAL. Douglas Costa da punire, ma senza moralismiTUTTO mercato WEB
martedì 18 settembre 2018, 00:15Il punto
di Ivan Cardia
per Tuttojuve.com

L’ansia di CR7 e i dolori delle altre: l’anti-Juve ora è la SPAL. Douglas Costa da punire, ma senza moralismi

L’Italia più brutta senza bianconeri. Abbiamo Fede, ma quale? La Juve lavora allo sgarbo Chiesa, ma ha un Bernardeschi da far diventare un campione

“Avevo un po’ d’ansia”. Figurati noi. La cosa più bella, forse, Cristiano Ronaldo contro il Sassuolo l’ha fatta a partita terminata. L’extra-terrestre diventa umano e confessa che i timori di tutti i tifosi erano anche quelli del calciatore più forte e famoso al mondo. La paura di non farcela, la difficoltà di gestire le novità, un passo fuori dalla propria comfort zone: sono cose che tutti abbiamo provato e che abbiamo scoperto può provare anche uno con la sua carriera e il suo conto in banca. L’ansia lo rende umano, quanto al rendimento la Juve aspetta l’extra-terrestre. Sprazzi, finalmente, nel secondo tempo contro i neroverdi: quando l’ansia è passata e i compagni hanno smesso di rimpinzarlo di palloni in maniera quasi ossessiva. Ora viene il bello, e anche il complicato: trovare nuove alchimie, a partire da quella con Dybala ancora tutta da costruire. 

L’ansia di Cristiano Ronaldo fa da contraltare ai dolori di quelle che via via aspirano a prendersi il titolo di anti-Juve. In questo momento storico, nel calcio italiano, è la massima aspirazione di qualsiasi altra squadra. Il Napoli vince a fatica contro una Fiorentina non irresistibile: c’è ancora tanto Sarri ma allenato da Ancelotti e il cocktail non funziona. Guai a darli per vinti: gli azzurri rimangono l’insidia principale, al netto di tante incertezze. Inferiori, comunque, a quelle delle altre: l’Inter ha fatto quattro punti contro tre piccole e una medio-grande. Poca roba, mancava Modric in mezzo al campo. Il Milan è ancora tutta da costruire. In entrambi i casi, con carriere diverse, credo che il problema sia l’allenatore. La Roma? S’è persa tra le cessioni, la cassa non aiuta il campo. Classifica e numeri alla mano, a oggi, l'anti-Juve sarebbe la SPAL. Che è una provocazione, per dire che questi risultati vanno tutti verificati, ma in questo avvio non ci sono squadre che seembrano all'altezza dei bianconeri. Tocchino ferro i lettori, ma la Juve resta l’unica avversaria della Juve, nel campionato di Serie A. 

Tutto diverso il discorso in Champions League: sarà banale, ma è importante che i ragazzi di Allegri partano col piede giusto. Subito Valencia, trasferta complicata più di quanto non si immagini. La squadra di Marcelino è partita male e anche malissimo in Liga, ma ha buone individualità. Intendiamoci: la Juventus di CR7 & Co deve schiantare il Valencia all’andata e al ritorno. Sulla carta. Poi tutto è da scrivere, ma se i bianconeri vogliono sedersi al tavolo dei grandi, come ha dimostrato il mercato, è ora di lasciare da parte la faccia da pulcino bagnato e mina vagante. Nessun proclama, chiaro, ma la Juve in Europa ha una responsabilità, con sé stessa e coi suoi tifosi. La Champions, per la cronaca, può anche a livello tattico essere una bella occasione: meno attenzione difensiva, più spazi per gli attaccanti bianconeri che potranno cercarsi e magari trovarsi come fin qui non è sempre successo. 

Non giocherà in Champions Douglas Costa. Nessuna squalifica a livello europeo, ma il provvedimento disciplinare è in arrivo e anche inevitabile. Gomitata, testata e sputo: tutto l’armamentario di quel che un calciatore professionista dovrebbe evitare di fare. In Serie A, invece, sarà squalificato ed è attesa la mano pesante, anche giusta. Punizioni a destra e manca, insomma. E pure un po’ di gogna mediatica, va bene, se l’è meritata. Poi però guardiamoci allo specchio, ed evitiamo il facile moralismo in cui ci piace tanto indugiare. Si sa che la gente dà buoni consigli se non può dare il cattivo esempio. In questo caso, anche le scuse (ovviamente inutili, come tutte le scuse, ma da fare) sono state analizzate col lumicino: “Eh, ma non ha chiesto scusa a Di Francesco”. No, perché sarebbe stato superfluo e poi uno può riconoscere di aver sbagliato ma avercela lo stesso col destinatario dello sbaglio. Non sappiamo cosa sia successo prima: non giustificherebbe nulla, se l’esterno del Sassuolo gli avesse detto quello che tutti immaginiamo, visti anche i precedenti, la cosa giusta da fare sarebbe riferirlo all’arbitro e non certo sputargli addosso. Il brasiliano ha scelto la via della saliva, il gesto non gli fa onore e sarà giusta la mano pesante sia di società che di Lega Calcio (che dopo questa estate non ha più la credibilità per fare nulla, ma è un altro discorso). Però fermiamoci lì: dei vostri giudizi morali, e del qualunquismo del lunedì per cui “eh ma che schifo il calcio”, ne possiamo fare a meno.