Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / juventus / Il punto
Ronaldo chiama, De Ligt risponde. Rabiot in arrivo, ora viene il difficileTUTTO mercato WEB
martedì 25 giugno 2019, 01:45Il punto
di Ivan Cardia
per Tuttojuve.com

Ronaldo chiama, De Ligt risponde. Rabiot in arrivo, ora viene il difficile

L'abbraccio tra il portoghese e l'olandese come la standing ovattino dello Stadium. Tra cessioni e innesti, Paratici dà forma alla nuova Juve di Sarri.

Quando Ronaldo dice vieni alla Juve tu vai alla Juve. È una delle tante possibili sintesi dell’affare Matthjis De Ligt. Che dice anche tanto del posizionamento europeo dei bianconeri, della possibilità che ormai la Vecchia Signora ha di lottare alla pari, o quasi, con le grande potenze calcistiche del Vecchio Continente. Ma racconta pure di come i calciatori siano uomini, e del fascino che il calciatore più famoso del pianeta possa esercitare. Un po’ come era successo nel caso dello stesso Cristiano, quando la standing ovation dello Stadium dopo la rovesciata ebbe un suo peso, relativo finché si vuole, nel portare il portoghese a Torino.

Sembrava un abbraccio come tanti, quello tra CR7 e il giovane asso difensivo dell’Ajax, invece ha giocato anche quello la sua parte. Poi i tentennamenti del Barcellona e un PSG in rivoluzione con il mercato alle porte aiutano, come pure aiuta il fatto che Paratici si sia mosso bene e per tempo. Sta di fatto che De Ligt è ogni ora più vicino alla Juventus: il colpo di scena può essere dietro l’angolo, il rilancio dei parigini è atteso. Però l’intesa col giocatore è vicinissima, quei 12 milioni che chiede Raiola sono sul tavolo, gli olandesi da convincere con un’offerta da 70-80 milioni che, vedremo, dice anche molto sulle idee della Juve per il proprio mercato.

Se De Ligt è vicino, Rabiot è vicinissimo. Affare praticamente definito, in questo caso i milioni all’anno sono 7, per un giocatore che dirà sì alla Juve a breve ed è ampiamente sottovalutato. Non giocava perché qualche rogna, oggettivamente, l’ha creata. E anche l’esclusione dal Mondiale racconta di un carattere particolare. Però la stoffa del giocatore vero c’è, alla Juve il compito di limarne il temperamento fumantino. Secondo colpo a parametro zero, secondo colpo dall’estero: è un trait d’union interessante.

Il maxi-investimento per De Ligt, dicevamo. Cambia le gerarchie dei rinforzi della Juve? Probabilmente sì, nel senso che i campioni d’Italia, senza cessioni eccellenti, possono mettere in cantiere un colpo a sessione di questa entità. Chi lo immaginava in altri reparti (leggi centrocampo, leggi Pogba) rischia di rimanere deluso, anche se le intenzioni sono di fare le cose in grande. E quindi su Paul, per quanto difficile, c’è da rimanere vigili. Ora, però, il compito più complicato per Paratici e i suoi: dare una fisionomia alla squadra, creare davvero la Juve di Sarri. Anche attraverso le cessioni.

I limiti emersi nel corso dell’ultimo anno di Allegri sono in buona sostanza due: la mancanza di alternative (anche per sfortuna o episodi) e la scarsa identità di squadra, intesa come coerenza di gioco e di progetto tattico. Per creare dalla Juve di Sarri, si passa da entrambe le cose: un modulo base e un’idea di gioco in cui la squadra possa identificarsi, con la possibilità di cambiare il piano tattico a seconda dell’andamento della gara. In questo, per inciso, il toscano di Figline dovrà crescere: il suo Napoli era bellissimo ma alternava 13 giocatori, alla Juve che insegue la Champions non può succedere.

La convinzione che il piano base sarà il 4-3-3, in questo momento, vacilla. Vi si innesterebbe male Dybala, che a dire la verità pure da trequartista non ha entusiasmato, ma pare destinato a rimanere, almeno a leggere gli ultimi indizi di mercato. Di sicuro, molto della nuova Juve di Sarri passerà dallo sfoltimento. Cancelo saluterà, sarà seguito a breve da Khedira, Mandzukic, Cuadrado, probabilmente Matuidi, c’è da capire cosa farà Higuain. La bravura di Paratici, in questo caso, sarà quella di massimizzare le cessioni, di creare un tesoretto da poter investire in modo coerente su un terzino (sostituire Cancelo sarà complicato), un grande centrocampista (Khedira e nel caso Matuidi saranno addii più pesanti di quanto non sembri) e un’alternativa vera per l’attacco (due nel caso restino Ronaldo, Dybala, Bernardeschi e Kean, sarebbero quattro per sei posti).

La criticità, per fare le pulci alla società, resta quella su cui abbiamo provato a insistere già da un po’ di tempo: l’annoso problema dei giovani cresciuti nel vivaio. Se Perin davvero saluterà, meglio un portiere cresciuto alla Juventus (Mirante?) di uno cresciuto altrove, perché libererebbe uno slot in più negli anni reparti. È un campo, quello delle rose FIGC e Champions, in cui oggettivamente si poteva lavorare meglio negli ultimi anni, per quanto complicato possa essere “produrre” dei giocatori davvero all’altezza della prima squadra d’Italia.