Una grande cessione su cui costruire il mercato: tutto ruota attorno a De Ligt. Né vittoria né sconfitta 

È di nuovo la storia di Zinedine Zidane, più o meno. Matthijs De Ligt va sempre più verso la cessione: una trattativa da costruire, ma gli interessamenti e le sirene iniziano a farsi sentire sempre di più. Bayern Monaco, Chelsea, Manchester City e United: c'è la fila per il ragazzone olandese, che ha una clausola da 120 milioni di euro ma alla fine probabilmente partirà per qualcosa in meno. Anche se la posizione della Juventus rimane - giustamente- chiara: ha da essere una cessione eccellente, perché di fatto tutto ruota attorno al futuro dell'ex Ajax. 

Presi Pogba e Di Maria, tantissimo se non, come detto, tutto dipende da De Ligt. A livello tecnico: troppo importante capire se ci sarà o meno, per costruire la Juve del futuro. A livello economico: troppo ricca sarebbe la sua cessione, tale da condizionare il mercato in entrata da qui alla fine. Non sarebbe la prima volta, come già ricordato, e in fin dei conti l'ultima è andata alla grande. Un po' meno felice, sul lungo periodo, il precedente di Paul Pogba, che ha portato tantissimi soldi ma al cui addio è seguita qualche lacuna a livello progettuale. Alla fine, è tutto lì: la Juve, anche ceduto De Ligt se così sarà, non dovrà sbagliare il dopo. 

Arrivato per 85 milioni di euro nel 2019, De Ligt partirebbe per una cifra di poco superiore tre anni. La plusvalenza - che ci sarebbe comunque, visto l'ammortamento - è una vittoria? O il fatto che non sia stato la colonna portante del futuro è una sconfitta? Forse né l'una né l'altra: ha avuto acuti e crolli, non è cresciuto come ci si aspettava ma non è neanche stata la piaga d'Egitto che alcuni detrattori descrivono ironicamente. È semplicemente una via di mezzo tra l'una e l'altra: un investimento che si ripaga, e forse questo non basta a evitare tout court di definirla una sconfitta, alla fine dei conti.