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TMW RADIO - Paolillo: "Il PSG meriterebbe la stessa sanzione del Man City"
Ernesto Paolillo, dirigente e uno dei padri fondatori del FPF, sulla sanzione al Man City, la situazione del PSG e la disciplina del fair play finanziario. In studio Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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All’interno di “Stadio Aperto”, su TMW Radio, è intervenuto Ernesto Paolillo, uno dei fondatori del Fair Play Finanziario, parla delle sanzioni comminate al Manchester City e della situazione finanziaria del calcio italiano ed europeo.
Come è nata l’idea del Fair Play Finanziario?
“Nasce perché in quel momento ci si era resi conto che le società stavano facendo spese folli senza tenere conto dei ricavi e questo avrebbe portato ad una crisi drammatica nel calcio, e il Fair Play Finanziario ha messo un freno a questo modo irresponsabile di fare”.
Secondo lei i provvedimenti non sono troppo tardivi?
“All’inizio si è preso una strada blanda, si puntava più ad ammonire che a prendere veri e propri provvedimenti. Molti club hanno mal digerito queste regole e hanno intralciato la repentinità dei provvedimenti, per questo c’è del ritardo negli interventi”.
Il denaro proveniente dagli Emirati Arabi sono sotto la lente di ingrandimento?
“Si, oltre al provvedimento del Manchester City anche il PSG è stato sotto osservazione. Penso che anche per la squadra di Parigi si dovrebbe adottare la stessa sanzione, non sono stati puniti solo per un vizio di forma. Non si possono usare due pesi e due misure, ma comunque penso che questo provvedimento possa mettere in guardia tanti club”.
La UEFA sta prendendo di mira anche le plusvalenze fittizie, è un vero problema?
“È un tema importante anche questo, bisogna fare molta attenzione perché esistono molte plusvalenza gonfiate, queste pratiche fanno solo del male al calcio. L’obiettivo è quello di smascherare tutti i furbetti”.
Le entrate del calcio italiano rendono il sistema sostenibile per quanto ancora?
“Per poco. Rispetto all’Inghilterra per esempio mancano tanti soldi che derivano dalla proprietà degli stadi, ma non è l’unica fonte a venire a mancare. In Premier anche la squadra più piccola lavora su diversi fronti per cercare di aumentare i bilanci”.
Dall’arrivo di Ronaldo, anche la Juventus comincia a stare più attenta al bilancio?
“Assolutamente si, quando si sfora il bilancio per fare degli esborsi importanti è difficile rientrare nei limiti. Se riuscissimo a mettere in riga tutti i club avremmo competizioni sempre più belle e competitive”.
Qual è la sfida futura del Financial Fair Play?
“Bisogna tornare ad aprirsi ad investitori esterni al calcio e queste regole possono aiutare a farlo. Le proprietà sono sempre le stesse e non possono dare niente di nuovo al calcio, a quello italiano come a quello europeo”.
Clicca sul podcast per ascoltare l'intervento completo di Ernesto Paolillo
Come è nata l’idea del Fair Play Finanziario?
“Nasce perché in quel momento ci si era resi conto che le società stavano facendo spese folli senza tenere conto dei ricavi e questo avrebbe portato ad una crisi drammatica nel calcio, e il Fair Play Finanziario ha messo un freno a questo modo irresponsabile di fare”.
Secondo lei i provvedimenti non sono troppo tardivi?
“All’inizio si è preso una strada blanda, si puntava più ad ammonire che a prendere veri e propri provvedimenti. Molti club hanno mal digerito queste regole e hanno intralciato la repentinità dei provvedimenti, per questo c’è del ritardo negli interventi”.
Il denaro proveniente dagli Emirati Arabi sono sotto la lente di ingrandimento?
“Si, oltre al provvedimento del Manchester City anche il PSG è stato sotto osservazione. Penso che anche per la squadra di Parigi si dovrebbe adottare la stessa sanzione, non sono stati puniti solo per un vizio di forma. Non si possono usare due pesi e due misure, ma comunque penso che questo provvedimento possa mettere in guardia tanti club”.
La UEFA sta prendendo di mira anche le plusvalenze fittizie, è un vero problema?
“È un tema importante anche questo, bisogna fare molta attenzione perché esistono molte plusvalenza gonfiate, queste pratiche fanno solo del male al calcio. L’obiettivo è quello di smascherare tutti i furbetti”.
Le entrate del calcio italiano rendono il sistema sostenibile per quanto ancora?
“Per poco. Rispetto all’Inghilterra per esempio mancano tanti soldi che derivano dalla proprietà degli stadi, ma non è l’unica fonte a venire a mancare. In Premier anche la squadra più piccola lavora su diversi fronti per cercare di aumentare i bilanci”.
Dall’arrivo di Ronaldo, anche la Juventus comincia a stare più attenta al bilancio?
“Assolutamente si, quando si sfora il bilancio per fare degli esborsi importanti è difficile rientrare nei limiti. Se riuscissimo a mettere in riga tutti i club avremmo competizioni sempre più belle e competitive”.
Qual è la sfida futura del Financial Fair Play?
“Bisogna tornare ad aprirsi ad investitori esterni al calcio e queste regole possono aiutare a farlo. Le proprietà sono sempre le stesse e non possono dare niente di nuovo al calcio, a quello italiano come a quello europeo”.
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