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Materazzi: "Odio tanto la Juve, sportivamente. Mourinho un padre, Benitez incoerente"
L’ex interista Marco Materazzi è intervenuto oggi in diretta Instagram assieme a Sebastien Frey. Tanti gli argomenti toccati dal Campione del Mondo 2006: “Io non litigo con nessuno, però odio i soprusi e quelli che devono vincere per forza - riporta Fcinternews.it -. Infatti, sono poche le squadre che odio al mondo… Quelle che fanno i prepotenti. Non facciamo nomi, dico solo il nome della squadra che amo: l’Inter. Sportivamente quanto odio la Juve? Tantissimo. Però sportivamente, perché li conosco tutti. Ma se vince l'Inter sono più contento".
Su José Mourinho: "Che dovrei dire? Alta e altra qualità. Era uno scudo, un padre, un fratello. Uno che si incazzava, ci faceva di quelli shampi incredibile che c’era da divertirsi. Sapeva toccare le corde giuste e infatti raggiungeva gli obiettivi. Con lui ho smesso di giocare a calcio, avevo 37 anni. Il rapporto che avevo con lui era di fiducia e stima. Potevo giocare una o venti partite ma sapevo di avere la sua stima sempre. Mi dicevano che io ce l’avessi con quello che è arrivato dopo di lui ma non è così. Con Mourinho avevo un bellissimo rapporto perché era coerente, quello che arrivato dopo (Benitez, ndr) non avevo un buon rapporto perché non era coerente. Il post Mourinho? Difficile sì, ma bisogna essere intelligenti. Non dico un copia incolla, però se ti avvicini a farlo come ha fatto Leonardo rischi di vincere lo scudetto e noi abbiamo rischiato di vincerlo partendo da gennaio con 19 punti dal Milan. Se non perdevamo il derby quello del gol di Pato dopo pochissimo, potevamo vincerlo. Ti assicuro che Leo ha fatto un copia incolla di tutto quello che si faceva prima degli ultimi sei mesi, quella è stata intelligenza".
Due parole anche su Mario Balotelli: "Mario è il numero uno, è un bravissimo ragazzo. È che ogni tanto gliele dovevo dare, una volta è arrivato con i calzini del Milan e glieli ho tagliati tutti, una volta col Barcellona ha dato i numeri… e io, beh, gli dicevo che lo menavo. Però gli voglio troppo bene. Mario non è una merda, è un bravo ragazzo, è un bambinone. Però (lo rimprovera in diretta, mentre lui lo stuzzica), vengo a cercarti a Brescia. Non ho nulla contro il Milan, ma ti vengo a cercare.Ti ricordi quando sei uscito prima verso gli spogliatoi? Se non fossi arrivato prima io sarebbe arrivato Cordoba a dartele".
Su José Mourinho: "Che dovrei dire? Alta e altra qualità. Era uno scudo, un padre, un fratello. Uno che si incazzava, ci faceva di quelli shampi incredibile che c’era da divertirsi. Sapeva toccare le corde giuste e infatti raggiungeva gli obiettivi. Con lui ho smesso di giocare a calcio, avevo 37 anni. Il rapporto che avevo con lui era di fiducia e stima. Potevo giocare una o venti partite ma sapevo di avere la sua stima sempre. Mi dicevano che io ce l’avessi con quello che è arrivato dopo di lui ma non è così. Con Mourinho avevo un bellissimo rapporto perché era coerente, quello che arrivato dopo (Benitez, ndr) non avevo un buon rapporto perché non era coerente. Il post Mourinho? Difficile sì, ma bisogna essere intelligenti. Non dico un copia incolla, però se ti avvicini a farlo come ha fatto Leonardo rischi di vincere lo scudetto e noi abbiamo rischiato di vincerlo partendo da gennaio con 19 punti dal Milan. Se non perdevamo il derby quello del gol di Pato dopo pochissimo, potevamo vincerlo. Ti assicuro che Leo ha fatto un copia incolla di tutto quello che si faceva prima degli ultimi sei mesi, quella è stata intelligenza".
Due parole anche su Mario Balotelli: "Mario è il numero uno, è un bravissimo ragazzo. È che ogni tanto gliele dovevo dare, una volta è arrivato con i calzini del Milan e glieli ho tagliati tutti, una volta col Barcellona ha dato i numeri… e io, beh, gli dicevo che lo menavo. Però gli voglio troppo bene. Mario non è una merda, è un bravo ragazzo, è un bambinone. Però (lo rimprovera in diretta, mentre lui lo stuzzica), vengo a cercarti a Brescia. Non ho nulla contro il Milan, ma ti vengo a cercare.Ti ricordi quando sei uscito prima verso gli spogliatoi? Se non fossi arrivato prima io sarebbe arrivato Cordoba a dartele".
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