Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / juventus / Serie A
TMW RADIO - Stasera la Supercoppa, Aronica: "Napoli favorito per il morale ma sfida aperta"TUTTO mercato WEB
© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com
mercoledì 20 gennaio 2021, 18:33Serie A
di Dimitri Conti

TMW RADIO - Stasera la Supercoppa, Aronica: "Napoli favorito per il morale ma sfida aperta"

Salvatore Aronica intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
00:00
/
00:00
L'ex difensore, oggi allenatore del Savoia, Salvatore Aronica è intervenuto a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, in vista della Supercoppa di questa sera tra Juventus e Napoli. L'intervista però parte dalla sua nuova avventura in panchina: "Dopo anni di settore giovanile sono alla prima avventura coi grandi, ed in una piazza importante seguita da stampa e tifosi. Sono cambiate le cose da fare, ora devo curare ogni minimo particolare in questa veste nuova già intrapresa da quattro anni con entusiasmo".

Passiamo alla sfida di stasera. Il Napoli è favorito?
"In una partita secca è difficile dire chi lo sia, i pronostici spesso sono sovvertiti. Mentalmente, e a livello di morale, il Napoli sta meglio anche in virtù dell'ultimo turno di campionato. Ci sono spiriti e umori diversi, ma essendo partita secca ci sarà da battagliare, la Juventus difficilmente fallisce due occasioni di fila, specie con le big. Il Napoli però è accreditato a vincere perché negli ultimi anni ha fatto diverse finali, a livello morale è favorito ma la partita è da giocare a viso aperto".

Come giudica Gattuso?
"Molto in gamba, è stato bravo a rivitalizzare un ambiente che l'anno scorso era ostile dopo Ancelotti, le rivolte interne e le multe della società. C'era una situazione paradossale ma ha ricompattato l'ambiente e dato risultati importanti, la vittoria in Coppa Italia poi ha dato risalto alla sua persona. Il rinnovo alle porte testimonia la bontà del suo lavoro".

Petagna si sta ritagliando il suo spazio.
"A Napoli era arrivato per fare la riserva, con Osimhen e Milik di spazio doveva averne poco. Poi i problemi vari hanno fatto sì che ci fosse solo lui come terminale offensivo, e devo dire che per il gioco di Gattuso è quello che giocoforza aveva da trovare spazio. Dopo qualche partita di rodaggio, si sta disimpegnando molto bene perché gioca in una squadra che fa il 60-70% di possesso ogni partita: toccando molti palloni, fa sponde e fa salire o inserire i suoi compagni".

Quale il primo ricordo se ripensa al "miracolo" Reggina?
"L'ultima in casa col Milan che aveva appena vinto la Champions, e lì raggiungemmo questo miracolo sportivo di salvarsi con 11 punti di penalizzazione. Per una medio-piccola, che partiva da -15 tra l'altro, fu una cosa di grande forza grazie ad un timoniere come Mazzarri che compattò tutti e ci portò all'obiettivo. Ricordo l'abbraccio con Foti, grande uomo di calcio, dopo un obiettivo insperato".

Cosa direbbe oggi di Mazzarri?
"Sono di parte, tra Reggio Calabria e Napoli ho lavorato con lui 7 anni e spesso lo sento, mi ci confronto e gli chiedo indicazioni tattiche. Per quello che ha fatto a Napoli ha ricevuto grandi attestati di stima, dato che è stato eletto miglior allenatore degli ultimi 15 anni. All'Inter è stato sfortunato, trovò un ambiente ostile mentre stava cambiando la società, mentre a Torino il suo lavoro era sotto gli occhi di tutti, e oggi hanno tanti rimpianti per averlo fatto andar via".

Come sta vivendo quest'annata difficile per la Serie D?
"Abbiamo avuto il problema di esserci fermati dal 1° novembre al 15 dicembre. Eravamo in testa, a ridosso, ma quel mese e mezzo ci ha penalizzati oltremodo. Tanti casi di Covid, tra cui io e il mio staff che ci siamo dovuti fermare. Non è un campionato lineare e regolare, ci sono paure e giocatori che si ammalano: quello che succede nelle altre categorie, succede anche in Serie D. Ci sono mille difficoltà e un dispendio di energie economiche che spesso è un vuoto a perdere".


Secondo lei oggi il lavoro di Sarri a Torino l'anno scorso, criticato lì per lì, è rivalutato?
"Devo dire che quando ho smesso di giocare mi sono documentato andando in giro per l'Italia. Sono stato da Di Francesco a Sassuolo, Giampaolo a Empoli e anche Sarri a Napoli. Per quello che ho visto da vicino, lo annovero tra quei tecnici molti preparati e pronti per una big. Il fatto che alla Juve abbiano voluto cambiare nonostante i risultati ottenuti è stato ottenuto, io non avrei cambiato, specie ora col senno di poi".

Cosa paga Pirlo?
"La Juventus ha cambiato tanto, ci sono anche alcuni senatori fuori dal progetto. Guidare la Juventus comunque è difficile per tutti, specie se non sei preparato è normale aspettarsi qualche difficoltà. Per Pirlo, da calciatore era una cosa, da allenatore un'altra".

Come fu il suo passaggio nella Juve?
"Sì, nel '96 ero nel Bagheria, e dai Dilettanti passai alla Juventus, passando subito a fare il ritiro con la prima squadra di Lippi che aveva Conte, Vieri, Deschamps, Amoruso... Erano arrivati tanti giovani di talento, anche Inzaghi. Per un ragazzo com'ero, è stato un triplo salto in avanti: emozione perché alcuni di loro li avevo visti solo in tv. Ho lavorato duro, e un anno e mezzo dopo Lippi mi ha fatto esordire in una Juventus che poi avrebbe vinto lo Scudetto".

Cosa è cambiato rispetto a quei tempi?
"Anche allora capitava molto di rado: giusto in tre-quattro abbiamo avuto la fortuna di fare questo salto. Oggi ci sono obblighi di schierare giovani e un incentivo verso di loro in ogni serie. Se ha testa, fisico, voglia, grinta e qualità tecniche, può affacciarsi nel calcio professionistico".

Juric, Italiano e De Zerbi, chi sceglierebbe come allenatore?
"Di Juric sono stato compagno di squadra a Crotone e l'ho avuto a Palermo da vice. Italiano ci ho lavorato fianco a fianco a Trapani, e vi dico lui per come l'ho visto lavorare: grande personalità e competenze, nei prossimi anni sentiremo parlare di lui. De Zerbi si è già affermato, così come Juric, spero che Italiano si consacri tra quest'anno e il prossimo".

Due suoi ex compagni: sorpreso dai dubbi tattici su Dybala?
"Negli ultimi anni a Palermo. Dybala era giovanissimo, ora è un po' in difficoltà ma si sta affermando nella Juventus. Ilicic allora invece aveva un po' di problemi con la pubalgia... Spero che Dybala possa dimostrare il suo valore, per me ancora non l'ha fatto pienamente".