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La Premier League apre agli spettatori, noi pensiamo all’arcobaleno…TUTTO mercato WEB
mercoledì 3 marzo 2021, 06:00L'Angolo di Calcio2000
di Fabrizio Ponciroli

La Premier League apre agli spettatori, noi pensiamo all’arcobaleno…

Premetto: non sono un negazionista e non sono un amante dei complotti (di nessun genere). Sono un semplice tifoso di calcio che ha la fortuna di aver trasformato la propria passione in un mestiere. A differenza di ogni altro tifoso, in questo tribolato momento storico, posso accedere allo stadio e guardarmi le partite dal vivo. Sempre detto: una partita vista in tempo reale, live, ha un sapore unico, speciale, fragrante… Ormai sono rassegnato ad entrare allo stadio (o palazzetto) e vedere il nulla attorno a me. Non mi ci voglio abituare ma, con il passare dei mesi, fatico a ricordare quanto era favoloso vedere i tifosi assiepati sulle tribune, pronti a tutto per sostenere (a volte insultare) la propria squadra del cuore. Sembra un’istantanea lontana nel tempo. In effetti, è passato quasi un anno… Comunque sia, non voglio abituarmi a questo calcio senza pubblico dove si sentono distintamente le voci di giocatori e allenatori, quasi fosse una gara di Terza Categoria…
Bene, entriamo nel tema caldo del giorno. La Premier League (la lega calcistica modello in Europa) ha fatto sapere che, dal prossimo 17 maggio, aprirà gli stadi ai tifosi. Fino ad un massimo di 10000 spettatori (25% massimo della capienza). Una scelta coraggiosa? No, figlia di una programmazione oculata. La Premier League è conscia del fatto che il piano potrebbe anche saltare ma, almeno, hanno deciso di provarci seriamente. Vogliono riportare lo spettatore al centro del progetto calcio e lo vogliono fare il prima possibile. Si pensi che, se tutto andrà per il verso giusto, per l’estate tutte le limitazioni anti-Covid verranno eliminate. Tradotto: a partire dalla prossima stagione, i bellissimi e innovativi stadi inglesi potrebbero tornare stracolmi di gente. Insomma, non solo gli inglesi vogliono vedere la luce in fondo al tunnel ma stanno facendo di tutto per raggiungere quella luce nel minor tempo possibile.
E in Italia? Nulla. Il motivo? Dicono che ci sono altre priorità e che il calcio non è tra queste. Anzi, lo sport non è tra queste, considerato che non c’è manco un ministro dello sport nel neonato Governo Draghi. Le varianti fanno paura, vivere è complicato, bisogna stare in stand-by, aspettare, aspettare e aspettare ancora…
I tifosi? Devono pazientare, così come fanno tutti gli altri. Pazientare in attesa di cosa? Non si sa… Forse in attesa del vaccino, forse in attesa che il virus si suicida da solo, forse perché ormai sappiamo solo aspettare. Il calcio continua ma, di fatto, si è fermato da quando gli stadi italiani si sono svuotati. Senza spettatori, non c’è l’anima pulsante del calcio. Se ne sono accorti tutti ma, come detto, non è una priorità pensare ad un ritorno dei fan allo stadio.
Tutti si indignano per gli assembramenti (che brutta parola, ormai sinonimo di intolleranza sociale) fuori dagli stadi ma nessuno sta neppure provando a studiare una strategia che possa almeno dare una speranza, vicina o lontana che sia, per un ritorno alla normalità anche nel calcio e, soprattutto, nello sport in generale.
E’ come se la normalità non fosse più un obiettivo. E’ come se pensare ad uno stadio colmo di gente fosse un pensiero blasfemo. Dati, conteggi, colori, mascherine, ricoveri e tamponi, non c’è spazio per altro. Chi osa avere un pensiero diverso, viene tacciato immediatamente di essere insensibile o stupido.
No, signori, non è così. Io pretendo che lo sport sia una priorità. Io, da tifoso di calcio, desidero ardentemente, andare a vedere la mia squadra del cuore. La passione per il calcio non è negoziabile. Vale la pena combattere per ciò che si ama, a prescindere dal fatto che sia una passione aulica o popolare. Il calcio è parte della nostra vita, almeno della mia…
Complimenti alla Premier League che, ancora una volta, sta dimostrando di essere un passo avanti a tutti. Faccio il tifo affinché tutto vada per il verso giusto. Magari, vedendo il modello inglese funzionare, anche in Italia qualcuno comincerà a farsi sentire. Magari, un giorno, anche noi vedremo la luce in fondo al tunnel. Per il momento non è una priorità…