Mezza Serie A in mano agli stranieri, ma Medio Oriente e Russia non guardano all'Italia
Non è un Paese per arabi. O per russi, ancora meglio ex sovietici, che pure nel pallone europeo hanno investito, dal Chelsea di Abramovich all'Arsenal al Monaco di Rybolovlev.
Mancano, appunto, anche gli arabi. Anche loro presenti ad alti livelli (il PSG qatariota o il City emiratino), ma anche in club non di primissima fascia come per esempio il Malaga, dove l'investimento si spiegava soprattutto con l'interesse immobiliare per la vicina Marbella. In Italia, per ora, nulla se non le recenti voci su un possibile interessamento della stessa famiglia Al Thani per la Salernitana, tutto da scoprire. Per il resto, big o meno che siano, le nostre squadre fanno gola in America, dove intravedono le potenzialità del nostro Paese, legate soprattutto alla fatiscenza degli impianti e quindi alla necessità di investimenti in tal senso. Al Medio Oriente, alla Russia, una prospettiva di lungo periodo (anche lunghissimo, vista la burocrazia) sembra interessare meno: l'Italia, a oggi, non è un megafono di alto livello, ciò che più interessa soprattutto al mondo arabo.