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Il Milan parte davanti, ma è già di rincorsa: Inter e Juventus stanno scappando
Quando Simone Inzaghi ha pronunciato la parola triplete, nella conferenza di ieri, la sala stampa è sobbalzata per un secondo. Va bene che tre trofei vuol dire tre trofei, ma in casa Inter quella parolina ha un significato molto chiaro. Al quale i nerazzurri di oggi probabilmente non possono ambire. Lo stesso dicasi della Juventus, chiamata a ricostruire dopo due quarti posti consecutivi e quindi impegnata a rifarsi competitiva in ottica nazionale, più che inseguire complicati sogni di Champions League.
Però hanno già battuto i loro colpi. I nerazzurri hanno ripreso Lukaku, i bianconeri risponderanno a stretto giro di posta con Pogba e Di Maria. Affari da Champions, appunto: si può discutere dell'appeal della Serie A che i campioni li attira a parametro zero o in prestito, magari dopo un anno in chiaroscuro. Sia pure: restano campioni, e in Italia basta questo a fare la differenza. Con i rispettivi affari, chiusi o quasi che siano, le due protagoniste del derby d'Italia hanno messo i mattoni di una stagione che può essere di quelle belle. Se poi lo sarà, dipenderà da Inzaghi e da Allegri, dalla sorte che deve accompagnare in qualsiasi campionato. Però i presupposti sono stati messi.
Il Milan parte avanti, ma a oggi è indietro. Merito dello scudetto sul petto, che deve portare qualsiasi pronosticatore, di professione o meno, a mettere i rossonero al primo posto della griglia di partenza. Però anche colpa del ritardo legato ai rinnovo di Maldini e Massara. Origi, leggenda del Liverpool come ricorda spesso Klopp, non è colpo che possa rispondere a Lukaku e Pogba, tanto più che salterà buona parte della preparazione: a oggi, serve un'altra punta a Milanello, e serve anche piuttosto presto. Al netto di queste considerazioni, al 5 luglio - e il mercato è appena iniziato, va bene - il Diavolo non si è mosso come le proprie avversarie. Ha un vantaggio, ma è un ritardo che va colmato quanto prima, perché la prossima Serie A inizia presto, si ferma per cinquanta giorni, è una terra sconosciuta che non sembra disposta ad aspettare nessuno.
Però hanno già battuto i loro colpi. I nerazzurri hanno ripreso Lukaku, i bianconeri risponderanno a stretto giro di posta con Pogba e Di Maria. Affari da Champions, appunto: si può discutere dell'appeal della Serie A che i campioni li attira a parametro zero o in prestito, magari dopo un anno in chiaroscuro. Sia pure: restano campioni, e in Italia basta questo a fare la differenza. Con i rispettivi affari, chiusi o quasi che siano, le due protagoniste del derby d'Italia hanno messo i mattoni di una stagione che può essere di quelle belle. Se poi lo sarà, dipenderà da Inzaghi e da Allegri, dalla sorte che deve accompagnare in qualsiasi campionato. Però i presupposti sono stati messi.
Il Milan parte avanti, ma a oggi è indietro. Merito dello scudetto sul petto, che deve portare qualsiasi pronosticatore, di professione o meno, a mettere i rossonero al primo posto della griglia di partenza. Però anche colpa del ritardo legato ai rinnovo di Maldini e Massara. Origi, leggenda del Liverpool come ricorda spesso Klopp, non è colpo che possa rispondere a Lukaku e Pogba, tanto più che salterà buona parte della preparazione: a oggi, serve un'altra punta a Milanello, e serve anche piuttosto presto. Al netto di queste considerazioni, al 5 luglio - e il mercato è appena iniziato, va bene - il Diavolo non si è mosso come le proprie avversarie. Ha un vantaggio, ma è un ritardo che va colmato quanto prima, perché la prossima Serie A inizia presto, si ferma per cinquanta giorni, è una terra sconosciuta che non sembra disposta ad aspettare nessuno.
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