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Regge il forte Croazia, con un Livakovic monumentale. Brasile trascinato ai supplementari
Primo tempo equilibrato con occasioni, poche, da ambo le parti, ripresa che è praticamente un monologo brasiliano che però non trova il colpo giusto per sbloccare la gara fra poca precisione e un Livakovic monumentale che si erge a muro a difesa della propria porta. Il primo quarto di finale del Mondiale va così ai supplementari dopo uno 0-0 che premia l'organizzazione croata contro una squadra verdeoro meno lucida e brillante rispetto a quella vista spesso in Qatar.
POCHE FIAMMATE, VINCE L’EQUILIBRIO - Gara veloce, a tratti vivace, con la Croazia che pressa e chiude gli spazi per poi ripartire sfruttando le corsie laterali, mentre il Brasile cerca le giocate in velocità con i quattro attaccanti che si muovono su tutto il fronte dando pochi punti di riferimento. Il più attivo è Vinicius che nei primi dieci minuti ha due buone occasioni tagliando dalla sinistra, ma non riesce a concretizzarle. Il primo brivido per i sudamericani arriva al 12° con Pasalic che affonda sul suo lato e mette in mezzo un pallone che Perisic, perfetto nel taglio, che però colpisce male e manda a lato. A metà della prima frazione la gara si accende con un paio d’occasioni per parte che però non vengono concretizzare a dovere tanto che il solo Livakovic deve compiere una parata, piuttosto semplice, su Neymar. Il Brasile vive sulle fiammate dei singoli non riuscendo a sviluppare il gioco che lo ha contraddistinto nelle quattro gare precedenti visto l’atteggiamento e il modo di stare in campo di una Croazia che appare più collettivo dei verdeoro e non rinuncia ad attaccare sfruttando le corsie esterne.
I VERDEORO SBATTONO SU LIVAKOVIC - Il Brasile parte subito all’attacco e sfiora subito il vantaggio in due occasioni che vedono salire in cattedra un Gvardiol attento e preciso nelle chiusure. Il Brasile continua a palleggiare alla ricerca di varchi nella retroguardia e quando li trova, come al 54’ con Richarlison che serve Neymar, ci pensa Livakovic a chiudere la porta a doppia mandata. Il portiere slavo si ripeta altre due volte rispondendo presente agli assalti verdeoro portati da Paquetà e Neymar. La Croazia appare in sofferenza e debito d’ossigeno lasciando sempre più spazi agli avversari a ridosso dell’area di rigore e non riuscendo più a ribaltare l’azione come accaduto nel primo tempo.
POCHE FIAMMATE, VINCE L’EQUILIBRIO - Gara veloce, a tratti vivace, con la Croazia che pressa e chiude gli spazi per poi ripartire sfruttando le corsie laterali, mentre il Brasile cerca le giocate in velocità con i quattro attaccanti che si muovono su tutto il fronte dando pochi punti di riferimento. Il più attivo è Vinicius che nei primi dieci minuti ha due buone occasioni tagliando dalla sinistra, ma non riesce a concretizzarle. Il primo brivido per i sudamericani arriva al 12° con Pasalic che affonda sul suo lato e mette in mezzo un pallone che Perisic, perfetto nel taglio, che però colpisce male e manda a lato. A metà della prima frazione la gara si accende con un paio d’occasioni per parte che però non vengono concretizzare a dovere tanto che il solo Livakovic deve compiere una parata, piuttosto semplice, su Neymar. Il Brasile vive sulle fiammate dei singoli non riuscendo a sviluppare il gioco che lo ha contraddistinto nelle quattro gare precedenti visto l’atteggiamento e il modo di stare in campo di una Croazia che appare più collettivo dei verdeoro e non rinuncia ad attaccare sfruttando le corsie esterne.
I VERDEORO SBATTONO SU LIVAKOVIC - Il Brasile parte subito all’attacco e sfiora subito il vantaggio in due occasioni che vedono salire in cattedra un Gvardiol attento e preciso nelle chiusure. Il Brasile continua a palleggiare alla ricerca di varchi nella retroguardia e quando li trova, come al 54’ con Richarlison che serve Neymar, ci pensa Livakovic a chiudere la porta a doppia mandata. Il portiere slavo si ripeta altre due volte rispondendo presente agli assalti verdeoro portati da Paquetà e Neymar. La Croazia appare in sofferenza e debito d’ossigeno lasciando sempre più spazi agli avversari a ridosso dell’area di rigore e non riuscendo più a ribaltare l’azione come accaduto nel primo tempo.
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