Infortunio Vlahovic, il dott. Vitali avverte: "Il rischio recidiva è molto alto"
La Juventus fa i conti con l'infortunio di Dusan Vlahovic, che ha riportato una lesione di alto grado alla giunzione muscolo-tendinea all'adduttore lungo di sinistra. Si profila per lui uno stop lungo, di almeno tre mesi, anche se nel comunicato diffuso dal club si fa riferimento alla necessità di ulteriori consulti medici per capire il da farsi.
Di fronte due possibilità: operarsi, da un lato, oppure optare per una terapia conservativa, dall'altro. In merito al suo stop è intervenuto il dottor Matteo Vitali, che nel corso di un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport ha dichiarato sul centravanti serbo: "Il problema è che la lesione si colloca nella zona della giunzione muscolo-tendinea, quella più vulnerabile e che ci impiega più tempo a guarire. Il rischio è la recidiva, che è molto alto".
Sulle due strade che può prendere ora l'attaccante, Vitali spiega: "A questo punto si possono prendere due strade: la prima è il trattamento conservativo, per cui il paziente non rientra prima di due-tre mesi, per farvi un esempio Lukaku. La seconda strada è l’intervento chirurgico, per cui non si accelerano i tempi di recupero ma si riducono i rischi di ricaduta. Anche con l’intervento, nel migliore dei casi, servono due mesi e mezzo o tre, come nel caso di De Bruyne, infortunato al bicipite femorale. La scelta viene fatta in base al numero di fibre lesionate".
In conclusione il medico spiega che in merito all'ipotesi di operazione, "meno si tocca un atleta, meglio è". Questo perché l’intervento non è miracoloso "ma ci sono lesioni per cui il rischio di ricaduta aumenta senza operazione".
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