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Il procuratore antimafia: "Dal calcio risposte timide, rapporto malato tra club e tifosi"TUTTO mercato WEB
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Oggi alle 12:51Serie A
di Ivan Cardia

Il procuratore antimafia: "Dal calcio risposte timide, rapporto malato tra club e tifosi"

“C’è un rapporto malato tra i club e i tifosi”. Lo ha detto, secondo quanto riportato da Calcio e Finanza, in occasione del seminario “Le mafie nello sport. Lo sport contro le mafie”, tenutosi all’Università Lumsa di Roma, il sostituto procuratore nazionale presso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Antonio Ardituro. Nel suo intervento, dedicato all’infiltrazione delle mafie nello sport e in particolare nel calcio, Ardituro ha sottolineato anzitutto il grande giro d’affare del pallone: “Abbiamo traccia dell’infiltrazione diretta di organizzazioni mafiose in società di calcio. Infiltrazione diretta significa che organizzazioni mafiose hanno assunto nel tempo, è emerso negli atti giudiziari di importanti inchieste, il controllo di società di calcio, società dilettantistiche, qualche volta anche società professionistiche, magari di serie minori. È un fenomeno molto presente nei territori più periferici, però è un fenomeno particolarmente importante”. Per Ardituro, le mafie hanno due grandi interessi nei club calcistici: il consenso territoriale e ovviamente l’aspetto economico. Inoltre, “naturalmente una società di calcio, magari ad un livello non propriamente di piccole dimensioni o di piccoli paesi, ma di cittadine più consistenti con un livello anche più significativo di approfondimento delle reti relazionali ed economiche sul territorio, può essere il veicolo di alcune attività illecite, per esempio il piccolo ma facile riciclaggio”. Quanto alla razione del calcio: “Le risposte anche delle istituzioni sportive sono risposte timide, molto timide, nei confronti delle società, dei calciatori, degli allenatori, dei tesserati in genere, è di tutta evidenza che il fenomeno continuerà a crescere e che ci troveremo di fronte a situazioni sempre meno pulite dal punto di vista della legalità e della trasparenza. Potremmo dire che tutto questo non c’entra con il calcio e le società , purtroppo non è così, perché c’è un rapporto tra le società di calcio e la tifoseria organizzata che molto spesso diventa malato e che consente, e in questo c’entrano le società e anche le istituzioni sportive, i regolamenti, le norme che noi utilizziamo, di considerare le curve come un luogo extraterritoriale, dove non c’è la giurisdizione e non c’è il controllo da parte delle organizzazioni dello Stato, sportive, del calcio, delle società, per cui in curva tutto può accadere, le organizzazioni criminali possono controllare fenomeni grossi, perché parliamo di stadi importanti intorno ai quali girano affari”. Il magistrato ha fatto anche degli esempi pratici: “Questo nostro calcio che ci piace ha presentato le infiltrazioni di ‘ndrangheta nelle tifoserie organizzate della Juventus; un processo di appena un anno fa, ha individuato infiltrazioni radicate ai livelli più alti della tifoseria organizzata del Milan e dell’Inter, che sono sfociate in regolamenti di conti con omicidi; le vicende di Diabolik della Lazio. Fenomeni che in passato hanno interessato la tifoseria organizzata del Napoli, di cui mi sono occupato direttamente. In questo momento, il mio ufficio con tre diverse procure della Repubblica ha ottenuto da tre diversi tribunali che si occupano di misure di prevenzione, provvedimenti di amministrazione giudiziaria di tre società di calcio professionistiche, due militano in Serie C, sono il Crotone ed il Foggia, una milita in Serie B è la Juve Stabia. Il mio ufficio sta continuando a svolgere degli accertamenti anche sui fatti milanesi dell‘Inter e del Milan. Ci troviamo di fronte a un fenomeno enorme, ma io sfido voi a sapere che qualcuno si è occupato dal punto di vista del dibattito pubblico di fatti così gravi che stanno accadendo”.