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Atletico-Juventus, l'apogeo di Morata. Solo due volte in doppia cifra
Alvaro Morata è certamente l'ex di spicco di Atletico Madrid-Juventus. Un gran palmares, con la vittoria di due Champions, due Serie A, una coppa del mondo per club, una Supercoppa europea e svariate coppe nazionali fra Real e Juve, appunto. Ma anche la sensazione che non sia un calciatore del tutto esploso, sbocciato per come si poteva intendere. Protagonista nel fallimento spagnolo a Euro2016 - con una prestazione anonima contro l'Italia e un gol sbagliato clamorosamente con la Croazia - assente ingiustificato al Mondiale 2018, non convocato da Lopetegui per la sua scarsa vena con il Chelsea.
Solo nella Juventus Morata è riuscito a imporsi per la propria bravura, forza e velocità. Arrivato con una formula inusuale per l'epoca, a titolo definitivo ma conla possibile recompra dopo due anni, è stato un affare.
Solo nella Juventus Morata è riuscito a imporsi per la propria bravura, forza e velocità. Arrivato con una formula inusuale per l'epoca, a titolo definitivo ma conla possibile recompra dopo due anni, è stato un affare.
All'inizio in panchina, con Llorente e Tevez coppia fissa, si è fatto largo soprattutto in Champions League, segnando il gol del passaggio del turno contro il Real, bissando contro il Barcellona nella finale di Berlino, poi persa tre a uno. È stato probabilmente l'apogeo per un calciatore che, a 26 anni, è arrivato solamente due volte in doppia cifra, pur giocando in alcune delle squadre più forti del pianeta. Il ritorno al Real Madrid, la Champions vinta e la cessione per 64 milioni di euro al Chelsea di Antonio Conte. Ora un nuovo capitolo della carriera: "Se segno a Madrid esulto", sarebbe la sua prima rete con la maglia dell'Atletico, comprensibile.
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