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tmw / juventus / Calcio femminile
L'evento è servito. Da Torino passa presente e futuro del calcio femminileTUTTO mercato WEB
domenica 24 marzo 2019, 06:30Calcio femminile
di Tommaso Maschio

L'evento è servito. Da Torino passa presente e futuro del calcio femminile

Il grande giorno è finalmente arrivato. Questo pomeriggio la Juventus Women di Rita Guarino e la Fiorentina Women's di Antonio Cincotta scenderanno in campo in un Allianz Stadium gremito in ogni ordine di posti per dare vita a una partita che non solo vale un pezzo di Scudetto, ma che è destinata a entrare nella storia essendo la partita di calcio femminile con maggiore affluenza nella storia. I 39mila dell'impianto torinese hanno detronizzato il record precedente, 14mila spettatori al Bentegodi per la semifinale di Champions League Bardolino-Francoforte. Un grande traguardo che segna un ulteriore passo in avanti del movimento femminile italiano che sta beneficiando sempre più dell'ingresso dei club professionisti maschili sia in termini di crescita tecnica, fisica, tattica sia in termini di appeal e diffusione mediatica. A pochi giorni dal record mondiale fatto registrare in Spagna – oltre 60mila al Wanda Metropolitano per Atletico Madrid-Barcellona femminile – una grande risposta da parte dell'Italia che ora deve sfruttare l'evento, perché di questo si tratta, per riuscire ad abbattere definitivamente gli ostacoli di carattere culturale e i pregiudizi che ancora sono radicati nei confronti delle calciatrici e del calcio femminile in generale.

Al di là della cornice di pubblico non va dimenticato che questo pomeriggio si giocherà anche una partita, e che partita verrebbe da dire. Juventus e Fiorentina sono quanto di meglio – assieme a Milan e Roma - il calcio italiano possa offrire attualmente per qualità di gioco, individuale e di squadra, e atletismo, con in campo tantissime nazionali che vedremo protagoniste in Francia ai Mondiali fra pochi mesi. Si affrontano i due migliori attacchi e le due migliori difese: 53 reti all'attivo e appena 6 subite in 18 gare per le ragazze di Guarino, 62 gol fatti e 9 subiti per quelle di Cincotta. Nonostante siano accomunate dallo stesso modulo di partenza (il 4-3-3) le due squadre hanno modi di interpretarlo diversi: più compatta la Juventus, forte di tre quinti del pacchetto arretrato dell'Italia (Giuliani fra i pali e le centrali Salvai-Gama), più duttile e sfrontato quello della Fiorentina, squadra camaleontica che può cambiare pelle a gara in corso e che ama molto allargare il gioco sfruttando le corsie laterali.


Se dovessimo fare tre nomi, uno per ruolo, delle possibili protagoniste della sfida dell'Allianz non si potrebbe prescindere dai due capitani, ovvero Sara Gama per la Juve, Alia Guagni per la Fiorentina: centrale d'esperienza (anche internazionale avendo giocato nel Paris Saint-Germain) e temperamento (non ha caso porta la fascia al braccio anche quando la maglia è quella azzurra) la prima, terzino a tutta fascia con una certa predisposizione per il gol (sono già 9 in questo campionato) la seconda che rappresenta una vera e propria bandiera delle viola, lei ché è fiorentina di nascita e che non ha mai nascosto di voler chiudere con quei colori la propria carriera. A centrocampo i nomi sono quelli di Valentina Cernoia, esterno o mezzala di qualità sempre pronta a fornire assist alle compagne, e Alice Parisi, una che l'hanno scorso è stata inserita fra le 55 calciatrici più forti al mondo la cui ascesa è stata frenata solo da un grave infortunio. In attacco c'è l'imbarazzo della scelta, ma non si può prescindere da Barbara Bonansea per le bianconere, piemontese dal cuore juventino che “non ha esitato un secondo quando è arrivata la chiamata da Torino”, e da Ilaria Mauro, centravanti friulana conquistata da Firenze e dal lampredotto.

Un grande evento, che può proiettare in avanti il calcio femminile, ma che non deve limitarsi a essere solo quello. Perché le 39mila persone sugli spalti dell'Allianz, e i tanti che la seguiranno in diretta radio e tv, devono rappresentare uno stimolo a fare sempre meglio, a conquistare sempre più fette di pubblico e riuscire nel tempo, non domani o dopodomani, a far sì che questa cornice di pubblico non sia più solo un'unicità, ma rappresenti la regola.