#TottenhamLiverpool - Klopp, lacrime e gioia. Degno erede di Shankly
Sventola il pugno verso la Kop, Klopp for the Kop. Lancia il cappello, sorride con gli occhi, con le labbra, perso in un mare d'abbracci, lui che non camminerà mai da solo.
Ha perso l'ultima finale contro il Real Madrid perché è stato l'anno perfetto, dove gli Dei hanno rovesciato il mondo, Ronaldo co la Juventus e Bale coi rossi del Mersey. Si gioca questa da favorito e aberra il termine, perché nel suo essere popolare c'è anche la rivoluzione silenziosa di un eterno underdog. Al Borussia, contro il potere bavarese, in Inghilterra, con Guardiola e il suo City, i suoi petroldollari. Invece Klopp è il favorito, nonostante rifiuti percentuali bulgare e voglia pareggiare il piatto della bilancia, contro Mauricio Pochettino. "La finale Champions? Il mio momento più alto è stato col Mainz". Perché le categorie non fanno la differenza, quando si parla di gioia e felicità. Di quell'istinto animale, che porta a eruttare o a piangere, al momento dell'addio. In attesa di un sogno ancora più grande.