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Calendario alla mano
Il dramma Juventus e il trionfo Inter, il Napoli che viaggia in scia ma da potenziale terzo incomodo. L'orgia del pregiudizio è partita, la circostanza e la conseguenza raramente vengono analizzate. Maurizio Sarri ha chiesto tempo, medicina capace di curare mali e malanni, di cucire e ricucire. Per tessere la sua trama serve l'orologio, rispettarne con riverenza lo scandire dei minuti, seppur la falce del giudizio non sia altrettanto tenera e paziente. Quella di Firenze è stata una pessima Juventus, un tridente talmente mascherato da risultare uno scolastico quattroquattrodue, con Bernardeschi largo e spaesato, con Matuidi ala come quando il pragmatico Massimiliano Allegri vi si appigliava per necessità. La Juventus ha vinto a Parma, senza spettacolo. Ha superato il Napoli con la fortuna, dopo aver dominato, dopo essere inciampata. E' stata bloccata da una Fiorentina che ha scelto di ballare senza punte e che è caduta senza meritarlo proprio con gli azzurri. Un calendario non da Everest ma neppure da pianure sconfinate, da comfort zone, da gare che le grandi approcciano col pilota automatico quando tutti i tasselli sono al posto giusto.
Il calendario del Napoli Fiorentina e Juventus, addendi invertiti, risultati differenti, sei punti su nove, pure il calendario del Napoli non è stato facile. Carlo Ancelotti è il segno della continuità, gli arrivi hanno regalato un'estate d'abbondanza ma dietro dopo anni le sintonie son da registrare tra Manolas e Koulibaly, dopo il lungo regno di Albiol. E il nuovo schema del tecnico di Reggiolo, uno che bada soprattutto al risultato e se il gioco c'è tanto meglio, deve esser altrettanto assimilato. La Sampdoria delle ultime lune è quanto di meno Spartano e quanto di più spartano possa trovare una squadra con tante bocche di fuoco come il Napoli: non asserragliata dietro le sue Termopili, ma porto spesso sicuro, già nove volte in tre giri di calendario, per gli avanti avversari.
Il trionfo di tre gare Gli statistici, che vivon di confronti, numeri e dunque d'avvisaglie e di piedi per terra, stuzzicano l'Inter. Attenzione: Roberto Mancini e Luciano Spalletti partirono pure meglio, poi vinse la Juve. Una rondine non fa Primavera, figuriamoci quando le foglie devono ancora ingiallire e il valzer ha dato giusto qualche accordo. L'Inter ha ospitato il Lecce che pareva, alla prima alla Scala, ballerina di provincia. A Cagliari ha vinto, forse non troppo convinto, ma il sacco è pieno di tesori. Tre punti, per la precisione, gli stessi conquistati ieri contro l'Udinese, ma ancora in casa. Sicché è presto per i giudizi, lo sarà per esaltare una delle tre al 6 ottobre, quando Conte e Sarri si troveranno di fronte, non lo sarà semmai per evidenziare cosa non andrà. Icaro si bruciò le ali, pensando di raggiungere presto e facilmente il sole. La pazienza, quella, aiuterà i due contendenti, o il terzo Ancelotti, a godere alla fine della fiera. Adesso non è tempo di processi e soprattutto di voli pindarici. Di correzioni e correttivi, semmai. Ma calendario alla mano, Juventus e Napoli si son già affrontate e son già andate a Firenze, che con l'entusiasmo ritrovato non è certo il campo dello scorso anno. Questo è. Che sarà, oggi, è impossibile dirlo.
Il calendario del Napoli Fiorentina e Juventus, addendi invertiti, risultati differenti, sei punti su nove, pure il calendario del Napoli non è stato facile. Carlo Ancelotti è il segno della continuità, gli arrivi hanno regalato un'estate d'abbondanza ma dietro dopo anni le sintonie son da registrare tra Manolas e Koulibaly, dopo il lungo regno di Albiol. E il nuovo schema del tecnico di Reggiolo, uno che bada soprattutto al risultato e se il gioco c'è tanto meglio, deve esser altrettanto assimilato. La Sampdoria delle ultime lune è quanto di meno Spartano e quanto di più spartano possa trovare una squadra con tante bocche di fuoco come il Napoli: non asserragliata dietro le sue Termopili, ma porto spesso sicuro, già nove volte in tre giri di calendario, per gli avanti avversari.
Il trionfo di tre gare Gli statistici, che vivon di confronti, numeri e dunque d'avvisaglie e di piedi per terra, stuzzicano l'Inter. Attenzione: Roberto Mancini e Luciano Spalletti partirono pure meglio, poi vinse la Juve. Una rondine non fa Primavera, figuriamoci quando le foglie devono ancora ingiallire e il valzer ha dato giusto qualche accordo. L'Inter ha ospitato il Lecce che pareva, alla prima alla Scala, ballerina di provincia. A Cagliari ha vinto, forse non troppo convinto, ma il sacco è pieno di tesori. Tre punti, per la precisione, gli stessi conquistati ieri contro l'Udinese, ma ancora in casa. Sicché è presto per i giudizi, lo sarà per esaltare una delle tre al 6 ottobre, quando Conte e Sarri si troveranno di fronte, non lo sarà semmai per evidenziare cosa non andrà. Icaro si bruciò le ali, pensando di raggiungere presto e facilmente il sole. La pazienza, quella, aiuterà i due contendenti, o il terzo Ancelotti, a godere alla fine della fiera. Adesso non è tempo di processi e soprattutto di voli pindarici. Di correzioni e correttivi, semmai. Ma calendario alla mano, Juventus e Napoli si son già affrontate e son già andate a Firenze, che con l'entusiasmo ritrovato non è certo il campo dello scorso anno. Questo è. Che sarà, oggi, è impossibile dirlo.
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