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La Juve di Sarri (forse) non nascerà, ma Maurizio ha un piano. Milan: il problema di Giampaolo è nell’estate (e il mercato non c’entra). Inter: il lavoro di Marotta e...il pensiero di Conte. Napoli: c'è il Liverpool, alla faccia dei comunicatiTUTTO mercato WEB
© foto di Alessio Alaimo
martedì 17 settembre 2019, 00:00Editoriale
di Fabrizio Biasin

La Juve di Sarri (forse) non nascerà, ma Maurizio ha un piano. Milan: il problema di Giampaolo è nell’estate (e il mercato non c’entra). Inter: il lavoro di Marotta e...il pensiero di Conte. Napoli: c'è il Liverpool, alla faccia dei comunicati

Buon martedì. Eccoci qui a parlare di calcio. Ho perso al fantacalcio perché hanno annullato il gol a Joao Pedro. Non si fa. Ma veniamo a noi. Il calcio fa ammattire tutti e infatti spuntano le polemiche come funghi. Spunta la polemica su Sarri che parla degli orari di giuoco “e poi non è ancora la Juve di Sarri”, su Conte che replica a Sarri, sugli spogliatoi del San Paolo che un tempo erano di Sarri, sui fessi che ululano, su Giampaolo che non schiera i nuovi arrivati, su Mandzukic non convocato da Sarri, sui troppi infortuni che inguaiano Sarri, sulla Samp che “cambia di proprietà!” ma poi non cambia mai, sul Var, su tutto.

Queste cose sono molto importanti e, infatti, scriviamo d’altro.
1) Molti rompono le balle a Sarri perché la “Juve di Sarri” non gioca ancora come il Napoli di Sarri. Non capiterà mai. Il Napoli di Sarri non tornerà perché Sarri nel frattempo è cambiato. A Londra Sarri era già un altro Sarri, più pragmatico, meno visionario. Sarri non è fesso e, infatti, al momento, va avanti sulla strada di Allegri. Il problema, semmai, non è quel che ha in mente Sarri, ma quello che hanno in testa i suoi giocatori. Per arrivare a sviluppare l’idea di calcio di Sarri serve che tutti remino dalla stessa parte, che siano convinti. Non è così semplice: Allegri era maestro di gestione del gruppo, Sarri vuole insegnare calcio. Ma insegnare calcio è facile con i giovanotti, a Torino serve che una marea di campioni facciano un atto di fede. È possibile, ma non così semplice. Non scriviamo Sarri da due righe. Sarri. Sarri. Sarri.
2) Molti rompono le balle a Giampaolo perché il “Milan di Giampaolo” fatica molto. È così, fatica molto. Giampaolo al momento ha una sola certezza: i 6 punti in classifica, che poi sono la cosa più importante. Il resto è un ginepraio di moduli tattici, interpreti, nuovi acquisti da inserire prima o poi. Molti mugugnano e pensano che il Milan di Giampaolo mai nascerà, c’è chi dice “Giampaolo non mangia il panettone”, tutti attaccano Giampaolo. Ma in fondo è a tre punti dalla vetta della classifica e la gente dovrebbe imparare ad aspettare. Altri sono certi: “Sabato contro l’Inter il Milan perderà di brutto” e al sottoscritto – perdonate – viene un principio di orchite. Il Milan di Giampaolo non ha un problema nel presente, anzi no, ce l’ha, ma dipende da quello che è successo durante l’estate. La fase degli esperimenti non la fai a campionato iniziato, Giampaolo questo sta facendo: esperimenti a campionato iniziato. Questo significa che la stagione del Milan è segnata? Ma figuratevi. Le sentenze le lasciamo agli altri. Non scriviamo Giampaolo da due righe.

Giampaolo. Giampaolo. Giampaolo.
3) Rompono le balle a Conte perché “Conte è bravo in campionato ma non in Europa”. Conte a tal proposito si è già rotto le balle: “Dicono che io sia allenatore più da campionato? Si vive di luoghi comuni... basta che qualcuno dica una cosa in tv e tutti gli vanno dietro. Io ho giocato tre Champions, ma l’ho fatto sempre con creature appena nate. Altri invece con squadre già solide, ecco questo possiamo dire ai sapientoni. Qui tutti pensano che qualsiasi cosa tocchi io poi si vince, ma non è così”. Il dato di fatto è che Conte ha già dato un’identità alla sua Inter. A inizio luglio si lamentò: “Siamo in ritardo”. La società ha risposto con i fatti, lui ora si gode il gruppo di lavoro che voleva e ha avuto. Questo significa che Conte vincerà lo scudetto? No, però significa che grazie al lavoro del club ha tutte le possibilità di provarci: sembra la stessa cosa ma non è così. Non scriviamo Conte da due righe. Conte. Conte. Conte.
4) Quando Sensi è sbarcato a Milano son partiti i luoghi comuni: “Sensi è basso, è una riserva, non è da Inter”. Dopo tre partite nessuno osa dire “beh”. Esistono due tipi di calciatori: quelli bravi in provincia che però si fanno fottere dai Santi come Siro. E quelli che si esaltano se vengono responsabilizzati. Sensi è della seconda specie. Complimenti a Sensi, ha chi l’ha voluto, ha chi l’ha portato ad Appiano. Non scriviamo Sensi da due righe. Sensi. Sensi. Sensi.
5) Oggi il Napoli affronta il Liverpool. Quelli del Liverpool se la tirano molto perché hanno vinto la Champions: fanno bene. Magari dovrebbero imparare a rileggere i comunicati o a scriverli con maggiore rispetto, quello sì.
Tutte queste fregnacce lasciano il tempo che trovano rispetto a codesta frase topica. “Ragazzi, dovete andare davvero dai dottori, un dito in cu... non fa male a nessuno”. Rod Stewart, 16 settembre 2019, guarito dopo 3 anni di cure da un tumore alla prostata.
Col calcio non c’entra nulla, ma mi pareva doveroso finire così.