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Una notte da perfetto juventino per Maurizio Sarri
In una notte di novembre, Maurizio Sarri è diventato juventino. "Cristiano Ronaldo non è un problema, anzi". Avanti. "Bisogna ringraziarlo". Ancora. "Ha fatto un sacrificio". Di nuovo. "Se si arrabbia perché esce è la normalità". Spiegato. "Penso che ci voglia un pizzico di tolleranza perché quando togli un giocatore che sta cercando di dare tutto ci stanno i cinque minuti di incazzatura. Penso sia normale e alla fine ad un allenatore fa anche piacere vedere un giocatore arrabbiato per una sostituzione. Io sarei molto più preoccupato del contrario".
Maurizio Sarri ha messo da parte la tuta, i filtri. Ha ragionato, posando l'istinto, da uomo d'azienda. Proteggendo la società, facendosi scudo, dimostrando che i panni alla Juventus si lavano in casa. Che la rabbia di un giocatore sostituito non sia gradita è comune e normale a tutti gli allenatori, che il ragazzo sia il casalingo di Voghera negli amatori o che sia Cristiano Ronaldo. Solo che, se proprio di Cristiano Ronaldo da Madeira si tratta, serve chiudere un occhio o appannare l'occhiale. O comunque far schermo alla società, agire diversamente da quel che accadde a suo tempo tra Sarri e Insigne al momento d'un cambio.
Flemma e sangue freddo, alle spalle c'è un club capace di gestire anche il caso, o presunto tale, o inesistente, col numero 7. Maurizio Sarri è cresciuto anche nella gestione mediatica, le risposte che si sono susseguite ieri sera sono state perfette. A tv, giornali, in conferenza stampa, la sublimazione di un percorso che sta portando avanti con la Juventus. L'istinto, il suo istinto, avrebbe detto e reagito magari diversamente ma questo è il calcio della ragione e allora quella di novembre è stata una serata da perfetto juventino per Sarri.
Maurizio Sarri ha messo da parte la tuta, i filtri. Ha ragionato, posando l'istinto, da uomo d'azienda. Proteggendo la società, facendosi scudo, dimostrando che i panni alla Juventus si lavano in casa. Che la rabbia di un giocatore sostituito non sia gradita è comune e normale a tutti gli allenatori, che il ragazzo sia il casalingo di Voghera negli amatori o che sia Cristiano Ronaldo. Solo che, se proprio di Cristiano Ronaldo da Madeira si tratta, serve chiudere un occhio o appannare l'occhiale. O comunque far schermo alla società, agire diversamente da quel che accadde a suo tempo tra Sarri e Insigne al momento d'un cambio.
Flemma e sangue freddo, alle spalle c'è un club capace di gestire anche il caso, o presunto tale, o inesistente, col numero 7. Maurizio Sarri è cresciuto anche nella gestione mediatica, le risposte che si sono susseguite ieri sera sono state perfette. A tv, giornali, in conferenza stampa, la sublimazione di un percorso che sta portando avanti con la Juventus. L'istinto, il suo istinto, avrebbe detto e reagito magari diversamente ma questo è il calcio della ragione e allora quella di novembre è stata una serata da perfetto juventino per Sarri.
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