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RBN, Cobolli Gigli: "Calciopoli? Sparito il faldone dell'Inter"TUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Morini
venerdì 15 novembre 2019, 07:20Altre Notizie
di Alessandra Stefanelli

RBN, Cobolli Gigli: "Calciopoli? Sparito il faldone dell'Inter"

Ai microfoni di Radio Bianconera, nel corso di ‘Cose di Calcio’, è intervenuto l’ex presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli: “Sono juventino da 71 anni, seguo sempre con affetto le vicende della squadra bianconera anche se a volte possono essere critico verso la società”.



Chi le piace degli attuali giocatori? “Io guardo sempre la squadra in televisione. Non sono mai stato allo stadio tranne una volta, io non sono molto ricordato né amato dall’attuale dirigenza, ma quando c’è stata l’inaugurazione del nuovo stadio sono stato invitato e ci sono andato volentieri. Ci abbiamo lavorato tanto con Blanc, anche perché avevamo perso i contributi a fondo perduto che avremmo preso nel caso in cui l’Italia avesse organizzato gli Europei. Facemmo l’operazione lo stesso, facendoci finanziare dal credito sportivo, progettammo anche l’acquisto di tutta l’area della Continassa su cui adesso Agnelli sta facendo grandi cose. Quanto ai giocatori, io apprezzo gli italiani ma al momento ce ne sono pochi. Chiellini è una bandiera, anche se un pochettino ammainata, ma mi auguro che torni. Cominciò a giocare negli anni in cui ero alla Juventus. Con Buffon ho grande amicizia e affetto e dimostra ancora di essere un grande portiere. Poi continuo a guardare con speranza e convinzione Dybala, con la speranza che possa diventare un grandissimo campione. Io non stimo molto Sarri dal punto di vista umano, ma sta tirando fuori grandi cose da Dybala. Spero possa diventare un grande campione, il vero numero 10 della Juventus. Lo guardo sempre dalla Juventus e faccio il tifo per lui. Ha fatto e fa dei gol da grandissimo campione”.



Sulla sua gestione: “Quell’anno di Serie B siamo riusciti a fare delle cose importanti. Chi era convinto di fare il nuovo stadio era Blanc e io l’ho seguito. Sicuramente è stata una cosa importante. Perché accettai quell’incarico in quel momento? Io ero amministratore delegato del gruppo Rinascente. La Juventus era una società in quel momento quotata in borsa che voleva riportare avanti questo discorso con una nuova gestione. Io avevo lavorato come presidente e amministratore delegato in molte qualità quotate in borsa e quindi avevo un po’ la mano. L’idea fu di Marchionne e Capezzi, poi Elkann accettò questa mia carica e io mi trovai in questa posizione che era particolarmente complicata. C’era una cattiveria nei confronti della Juventus che veniva accusata di cose mai fatte. Questa cattiveria stava diventando sempre più forte, anche i tifosi si stavano ripiegando su loro stessi. La prima cosa che ci aiutò moltissimo fu l’Italia nel 2006 ai Mondiali di calcio fatta con 7-8 giocatori della Juventus. La scuola bianconera ne venne fuori alla grande. Poi furono anni particolarmente difficile, arrivai e trovai una squadra condannata in Serie B con 30 punti di penalizzazione, non ce l’avevo certo mandata io in Serie B. Riuscimmo a ridurre la penalizzazione a otto punti, non riuscimmo a tenerla in Serie A anche se ci abbiamo lavorato. Quando la Juventus andò a processo sportivo, il processo si faceva su una serie di faldoni che parlavano di squadre di calcio, ma un faldone era sparito ed era quello che riguardava l’Inter. Poi anni dopo Palazzi fece una proposta per giudicare l’Inter per illecito sportivo, ma ormai l’Inter si poteva avvalere della prescrizione. Quando la Juventus fu definitivamente condannata, quella sentenza fu tombale, non ammise altre possibilità di ricorso che potevano essere fatti. La nuova dirigenza ha pensato di portare avanti una serie di ricorsi che non sono andati in porto. La cosa dei faldoni dell’Inter è molto grave, non capisco perché non fecero parte di quel processo”.



La Juve riuscirà a vincere la Champions? “Sì, ma non dobbiamo pensarci troppo. Quest’anno la squadra è ben attrezzata, speriamo che il malumore di Ronaldo venga sopito. È un grande campione e la Juventus deve sfruttarlo. Se non dovesse arrivare la Champions però non dobbiamo pensare che crolli il mondo. Il progetto di Agnelli è ambizioso e deve essere seguito con attenzione. La Juventus può diventare davvero una delle 4-5 società del mondo”.