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La Champions di Inzaghi parte dopo la peggiore prestazione. E con l'ombra di Allegri...
Inizia la Champions, ma non finiscono le polemiche. Perché oltre all'emozione e a un'attesa lunga tredici anni, in casa Lazio c'è anche molta tensione, derivante soprattutto dalla sconfitta per 3-0 di sabato. "Contro la Sampdoria abbiamo fatto la peggior prestazione degli ultimi anni", ha sentenziato Simone Inzaghi, che non ha voluto dare alibi ai giocatori. "Mi aspetto una risposta. Le assenze? Siamo mancati nello spirito e nella voglia di vincere", ha aggiunto nella conferenza stampa di ieri il tecnico, anche lui sotto osservazione della società. Che non è felice dell'inizio di stagione della Lazio, ferma a quota 4 punti in classifica e già con 8 gol subiti.
L'amarezza del presidente Lotito, che si aspettava un'altra partenza, ha le sue radici nel deludente percorso biancoceleste dopo il lockdown: sognava di insidiare la Juventus nello scorso campionato, l'ha chiuso al quarto posto. E poi dalla ripresa di giugno a oggi la Lazio ha perso la metà delle gare giocate: 8 su 16. "L'anno scorso ci siamo accontentati", ha ripetuto per tutta l'estate, calda per il mercato (che non ha entusiasmato la piazza) e il rinnovo di Inzaghi. L'allenatore è in scadenza nel 2021 e non ha ancora prolungato il proprio contratto. "Non c'è fretta", hanno sempre detto le parti, che sembravano dovessero incontrarsi durante l'ultima sosta per le nazionali per mettere nero su bianco il nuovo accordo. La firma però non c'è stata e il pesante ko di Genova rischia di freddare di nuovo i rapporti tra i due.
Inzaghi ha chiesto una risposta dalla propria squadra, ma sa che anche lui sarà un osservato speciale. Perché sulla sua panchina da settimane è cominciata a comparire l'ombra di Allegri, che Lotito stima dai tempi di Cagliari. "I nomi accostati alla Lazio? È normale per noi allenatori. Per il rapporto che ho con il presidente, se avesse avuto qualche malessere, me lo avrebbe detto", ha commentato Inzaghi, che non gode più di un credito illimitato. Nessuno, va detto, sta pensando a un cambio in corsa. Perché nonostante qualche normale incomprensione, la fiducia ancora è tanta. Serve però cambiare rotta e dare un segnale già oggi col Borussia Dortmund, in una notte che il popolo laziale aspetta da tredici anni. E che può essere il primo spartiacque della stagione.
L'amarezza del presidente Lotito, che si aspettava un'altra partenza, ha le sue radici nel deludente percorso biancoceleste dopo il lockdown: sognava di insidiare la Juventus nello scorso campionato, l'ha chiuso al quarto posto. E poi dalla ripresa di giugno a oggi la Lazio ha perso la metà delle gare giocate: 8 su 16. "L'anno scorso ci siamo accontentati", ha ripetuto per tutta l'estate, calda per il mercato (che non ha entusiasmato la piazza) e il rinnovo di Inzaghi. L'allenatore è in scadenza nel 2021 e non ha ancora prolungato il proprio contratto. "Non c'è fretta", hanno sempre detto le parti, che sembravano dovessero incontrarsi durante l'ultima sosta per le nazionali per mettere nero su bianco il nuovo accordo. La firma però non c'è stata e il pesante ko di Genova rischia di freddare di nuovo i rapporti tra i due.
Inzaghi ha chiesto una risposta dalla propria squadra, ma sa che anche lui sarà un osservato speciale. Perché sulla sua panchina da settimane è cominciata a comparire l'ombra di Allegri, che Lotito stima dai tempi di Cagliari. "I nomi accostati alla Lazio? È normale per noi allenatori. Per il rapporto che ho con il presidente, se avesse avuto qualche malessere, me lo avrebbe detto", ha commentato Inzaghi, che non gode più di un credito illimitato. Nessuno, va detto, sta pensando a un cambio in corsa. Perché nonostante qualche normale incomprensione, la fiducia ancora è tanta. Serve però cambiare rotta e dare un segnale già oggi col Borussia Dortmund, in una notte che il popolo laziale aspetta da tredici anni. E che può essere il primo spartiacque della stagione.
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