TUTTO mercato WEB
Tavecchio: "Prandelli è un galantuomo. Ha lanciato un j'accuse al calcio"
Carlo Tavecchio ex presidente della FIGC e attuale presidente del Comitato Regionale della Lombardia ha parlato a Lady Radio ripartendo dalle dimissioni di Prandelli da allenatore della Fiorentina: "Ho conosciuto Prandelli in Brasile quando ero vice presidente vicario, è un galantuomo e una persona per bene. È una persona che ha il senso della responsabilità. Non è di poco conto quello che ha detto in un momento in cui il sistema sportivo ha subito la scossa del Covid ma che era una situazione poteva prevedersi sptto l'aspetto economico. Non poterva permettersi delle oasi di milionari in un momento così delicato. Non so quali siano i rapporti interni con la Fiorentina, ma sicuramente il suo è un j'accuse più grande rispetto a quello della Fiorentina e dobbiamo attentamente valutare ciò che ha detto".
Come sta il calcio italiano?
"In un sistema dove tutto era luccicante, gli effetti della tragedia sono più evidenti che in altri sistemi meno esposti. Quello che succederà è che non si può più valutare le persone a peso d'oro ma a peso di ferro e gli stipendi non potrano più essere quelli di una volta. Non si potrà più evitare delle procedure di medicina sportiva e di fare tutto un'erba un fascio in omaggio al dio della vittoria o della necessità. Qui sta cambiando tutto e credo che dovrà essere rivisto il sistema generale".
Cosa pensa della spaccatura in Lega per i diritti tv?
"Io ho fatto il commissario della Lega calcio e a suo tempo erano arrivate proposte allettanti che potevano garantire introiti consistenti dai diritti tv per ben 10 anni. Loro hanno ognuno delle proprie parrocchie e ogni parrocchia ha un prete e non si sono mai uniti per raggiungere risultati importanti. Quando io ho lasciato i diritti erano al miliardo, potevano già arrivare a 1,3 miliardi su base decennale, lo riufiutarono e ora non so come faranno a risolvere questi problemi. Quando la torta è grande il problema è anche la divisione dei proventi".
Una gestione all'inglese è impossibile?
"Togliamoci dalla testa che si arrivi a questo discorso. In Italia ci sono tante parrocchie, come ho detto. Questo sistema è arrivato al punto che per fare un'assemblea ci sono 5-6 pre assemblee e quando si va a votare non cambia niente".
Cosa pensa dell'idea della Superlega avanzata e supportata da Agnelli?
"A suo tempo ho detto che la Serie A doveva essere a 18, come dovrebbe essere in B e in due gironi di C. Ogni Stato confluisce nell'UEFA e dove noi siamo presenti sostenendo e ottenendo il presidente. La Superlega non è nell'interesse degli organismi sovrannazionali. E l'Italia non è all'altezza di sostenere un'eventuale concorrenza con altri club così come la vogliono impostare. Credo che non sia coerente con la vocazione del sistema del nostro calcio".
Cosa pensa della nostra Nazionale?
"È stata la mia delizia e la mia croce, io mi sono dimesso solo a causa della Nazionale. Sono contento di questa indicazione, la nouvelle vague con giovani anche quasi sconosciuti. Siamo stati fortunati nei sorteggi, e questo ci permetterà di arrivare a dama a giugno. Me lo auguro anche se non è facile".
Come sta il calcio italiano?
"In un sistema dove tutto era luccicante, gli effetti della tragedia sono più evidenti che in altri sistemi meno esposti. Quello che succederà è che non si può più valutare le persone a peso d'oro ma a peso di ferro e gli stipendi non potrano più essere quelli di una volta. Non si potrà più evitare delle procedure di medicina sportiva e di fare tutto un'erba un fascio in omaggio al dio della vittoria o della necessità. Qui sta cambiando tutto e credo che dovrà essere rivisto il sistema generale".
Cosa pensa della spaccatura in Lega per i diritti tv?
"Io ho fatto il commissario della Lega calcio e a suo tempo erano arrivate proposte allettanti che potevano garantire introiti consistenti dai diritti tv per ben 10 anni. Loro hanno ognuno delle proprie parrocchie e ogni parrocchia ha un prete e non si sono mai uniti per raggiungere risultati importanti. Quando io ho lasciato i diritti erano al miliardo, potevano già arrivare a 1,3 miliardi su base decennale, lo riufiutarono e ora non so come faranno a risolvere questi problemi. Quando la torta è grande il problema è anche la divisione dei proventi".
Una gestione all'inglese è impossibile?
"Togliamoci dalla testa che si arrivi a questo discorso. In Italia ci sono tante parrocchie, come ho detto. Questo sistema è arrivato al punto che per fare un'assemblea ci sono 5-6 pre assemblee e quando si va a votare non cambia niente".
Cosa pensa dell'idea della Superlega avanzata e supportata da Agnelli?
"A suo tempo ho detto che la Serie A doveva essere a 18, come dovrebbe essere in B e in due gironi di C. Ogni Stato confluisce nell'UEFA e dove noi siamo presenti sostenendo e ottenendo il presidente. La Superlega non è nell'interesse degli organismi sovrannazionali. E l'Italia non è all'altezza di sostenere un'eventuale concorrenza con altri club così come la vogliono impostare. Credo che non sia coerente con la vocazione del sistema del nostro calcio".
Cosa pensa della nostra Nazionale?
"È stata la mia delizia e la mia croce, io mi sono dimesso solo a causa della Nazionale. Sono contento di questa indicazione, la nouvelle vague con giovani anche quasi sconosciuti. Siamo stati fortunati nei sorteggi, e questo ci permetterà di arrivare a dama a giugno. Me lo auguro anche se non è facile".
Altre notizie
Ultime dai canali
parmaLa Camera approva l'azionariato popolare: se il Senato acconsentirà, i tifosi potranno diventare soci-investitori dei club
juventusJuventus, Allegri chiede più intensità in previsione del match contro il Milan
serie cAvellino, Sgarbi pronto a tornare in campo. Varela verso la convocazione
lazioManchester City, Foden e la rivelazione che commuove: "Ho scelto il 47 perché..."
Bari,: prosegue la preparazione dei galletti
napoliTorino al lavoro per l’erede di Juric: l’obiettivo numero uno è un tecnico nella lista di ADL
interLautaro come Ibrahimovic e Icardi: contro il Torino può arrivare un nuovo record
udineseCDA Volley Talmassons, il sogno è realtà: le friulane volano in Serie A1
Primo piano