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Petrachi racconta Bremer: "Presi il nostro Chiellini: così arrivò a Torino"
Quarantuno milioni di euro e nove di bonus. Una cifra straordinaria che Gleison Bremer Silva Nascimento ha portato nelle casse del Torino. Parte dalla Juventus, oggi, ma la storia parte da lontano. La racconta per Tuttomercatoweb.com il protagonista di questo affare, lo scopritore del miglior centrale dell'ultima Serie A. Gianluca Petrachi, direttore sportivo che ha costruito le fondamenta del mercato granata e che ha portato il nuovo centrale bianconero a Torino.
Come nasce l'operazione Bremer-Toro? Quando l'ha visto per la prima volta?
"I miei uomini mi passano il materiale, li guardo, li valuto e ci penso. L'ho visto a fine stagione calcistica 2017/2018. Mi ha colpito moltissimo. Poi nei primi di giugno sono andato in Brasile per vedere da vicino sia lui che Lucas Verissimo: volevo prendere entrambi".
Tutti e due?
"Pareva che Verissimo potesse prendere il passaporto comunitario. Io sono andato in Brasile a vedere Santos e Atletico Mineiro, dove c'era Bremer. Ho sempre voluto rivederli dal vivo: il giocatore devi tastarlo, sentirlo. Vado in Brasile, sento Cairo e gli dico che sono entrambi forti come pensavo".
E?
"Gli dissi 'prendiamo tutti e due'. Dovevo fare tre centrali e, come detto, pensavamo che Verissimo potesse prendere il passaporto. Bremer è un Chiellini, Verissimo un Bonucci. E poi Bremer aveva un grande potenziale: fisico, forza, bravo di testa... Intanto lavoravo su Gleison ma l'ostacolo duro era Verissimo che giocava già da un anno e aveva costi diversi, più alti, parametri che non potevamo poi avere".
Dunque, Bremer
"Cairo mi chiama e dico 'Pres, prendiamo Bremer che è fortissimo'. Mi colpisce un gol che fa in Coppa con l'Atletico Mineiro e la struttura, i contenuti, si vedevano già. Torno in Italia e, siccome condivido i giocatori con gli allenatori, faccio vedere il giocatore a Mazzarri. Il mister non era convinto del ragazzo: il Presidente me lo fa presente ma gli risposi 'ti fidi di me?'. Ero convinto del potenziale di Gleison, a prescindere dovevamo prenderlo. Era un Chiellini...".
A cifre giuste per voi
"E' stato bravo l'intermediario Bertolucci, a farci prendere il giocatore e cifre ragionevoli contro lo scetticismo generale. Tutti si aspettavano Verissimo, invece presi Bremer ma volevo entrambi. Solo che Lucas aveva problematiche sul passaporto: aveva la moglie italiana e poteva diventare comunitario, ma le pratiche richiedevano troppo tempo".
Studia sempre i nuovi Bremer?
"Assolutamente. Il calcio sudamericano è quello che prediligo, tra argentini, brasiliani e uruguagi un colpo lo fai sempre".
Come nasce l'operazione Bremer-Toro? Quando l'ha visto per la prima volta?
"I miei uomini mi passano il materiale, li guardo, li valuto e ci penso. L'ho visto a fine stagione calcistica 2017/2018. Mi ha colpito moltissimo. Poi nei primi di giugno sono andato in Brasile per vedere da vicino sia lui che Lucas Verissimo: volevo prendere entrambi".
Tutti e due?
"Pareva che Verissimo potesse prendere il passaporto comunitario. Io sono andato in Brasile a vedere Santos e Atletico Mineiro, dove c'era Bremer. Ho sempre voluto rivederli dal vivo: il giocatore devi tastarlo, sentirlo. Vado in Brasile, sento Cairo e gli dico che sono entrambi forti come pensavo".
E?
"Gli dissi 'prendiamo tutti e due'. Dovevo fare tre centrali e, come detto, pensavamo che Verissimo potesse prendere il passaporto. Bremer è un Chiellini, Verissimo un Bonucci. E poi Bremer aveva un grande potenziale: fisico, forza, bravo di testa... Intanto lavoravo su Gleison ma l'ostacolo duro era Verissimo che giocava già da un anno e aveva costi diversi, più alti, parametri che non potevamo poi avere".
Dunque, Bremer
"Cairo mi chiama e dico 'Pres, prendiamo Bremer che è fortissimo'. Mi colpisce un gol che fa in Coppa con l'Atletico Mineiro e la struttura, i contenuti, si vedevano già. Torno in Italia e, siccome condivido i giocatori con gli allenatori, faccio vedere il giocatore a Mazzarri. Il mister non era convinto del ragazzo: il Presidente me lo fa presente ma gli risposi 'ti fidi di me?'. Ero convinto del potenziale di Gleison, a prescindere dovevamo prenderlo. Era un Chiellini...".
A cifre giuste per voi
"E' stato bravo l'intermediario Bertolucci, a farci prendere il giocatore e cifre ragionevoli contro lo scetticismo generale. Tutti si aspettavano Verissimo, invece presi Bremer ma volevo entrambi. Solo che Lucas aveva problematiche sul passaporto: aveva la moglie italiana e poteva diventare comunitario, ma le pratiche richiedevano troppo tempo".
Studia sempre i nuovi Bremer?
"Assolutamente. Il calcio sudamericano è quello che prediligo, tra argentini, brasiliani e uruguagi un colpo lo fai sempre".
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