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Sconcerti a RFV: "Sorpreso da tutto il clamore che ha avuto l'intervista ad Allegri"
Palla al Centro ep. 22-09-2022
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Nel corso del suo intervento di oggi a 'Palla al centro', il direttore Mario Sconcerti ha parlato così della Fiorentina di Vincenzo Italiano e non solo: "Direi che è in divenire. Poteva essere già divenuta, forse c’è stata una sopravvalutazione del modulo o di alcuni giocatori. Forse c’è stata sfortuna. Ma credo che complessivamente sia arrivato ciò che abbiamo saputo dare. Spero che il bello debba ancora venire".
Cosa avrebbe detto a Vincenzo Italiano?
"Bisogna capire una cosa, parlare con un vecchio giornalista non è come parlare in una conferenza stampa. Mi ha sorpreso il clamore avuto l’intervista di Allegri".
Perché?
"Perché siamo talmente disabituati da anni al fatto che un buon giornalista intervisti un buon allenatore senza intermediare in conferenza stampa. Senza i soliti osservatori politici che le società mandano, cose da regime sovietico, che devono controllare non solo il giornalista, ma anche ciò che dice l’allenatore. Mi sembra che abbia fatto tanto clamore quest’intervista e mi fa piacere, ma è francamente sorprendente il fatto che quella che rimane una semplice intervista, ovvero un rapporto diretto tra un allenatore e un giornalista, oggi sia diventato una notizia".
È purtroppo una cosa radicata nel giornalismo di oggi, che non ci appartiene.
"Credo che quando si creano queste situazioni da regime, come oggi nel calcio odierno dove non c’è più libertà, siano colpevoli sia quelli che proibiscono che quelli che accettano. Fare il giornalista è un mestiere privilegiato, ma penso sia l’ora di prendere un po’ le distanze e dire qualche no. Se vengo convocato da un presidente per fare una conferenza stampa, ho diritto di sapere l’argomento e di scegliere se andare o meno. Se un presidente qualsiasi, come Commisso, mi convoca per una conferenza stampa, e poi mi sento dire che sono tutti degli sciocchi e che i soldi non sono i miei, mi dica qual è l’argomento. Se si convoca una conferenza deve esserci un argomento, io a quel punto vedo se al mio pubblico può interessare. Bisogna iniziare a mettere delle condizioni".
Cosa avrebbe detto a Vincenzo Italiano?
"Bisogna capire una cosa, parlare con un vecchio giornalista non è come parlare in una conferenza stampa. Mi ha sorpreso il clamore avuto l’intervista di Allegri".
Perché?
"Perché siamo talmente disabituati da anni al fatto che un buon giornalista intervisti un buon allenatore senza intermediare in conferenza stampa. Senza i soliti osservatori politici che le società mandano, cose da regime sovietico, che devono controllare non solo il giornalista, ma anche ciò che dice l’allenatore. Mi sembra che abbia fatto tanto clamore quest’intervista e mi fa piacere, ma è francamente sorprendente il fatto che quella che rimane una semplice intervista, ovvero un rapporto diretto tra un allenatore e un giornalista, oggi sia diventato una notizia".
È purtroppo una cosa radicata nel giornalismo di oggi, che non ci appartiene.
"Credo che quando si creano queste situazioni da regime, come oggi nel calcio odierno dove non c’è più libertà, siano colpevoli sia quelli che proibiscono che quelli che accettano. Fare il giornalista è un mestiere privilegiato, ma penso sia l’ora di prendere un po’ le distanze e dire qualche no. Se vengo convocato da un presidente per fare una conferenza stampa, ho diritto di sapere l’argomento e di scegliere se andare o meno. Se un presidente qualsiasi, come Commisso, mi convoca per una conferenza stampa, e poi mi sento dire che sono tutti degli sciocchi e che i soldi non sono i miei, mi dica qual è l’argomento. Se si convoca una conferenza deve esserci un argomento, io a quel punto vedo se al mio pubblico può interessare. Bisogna iniziare a mettere delle condizioni".
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