Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / juventus / Serie A
Un altro mondo: Nagelsmann a 35 anni ha due volte le panchine Champions del "giovane" InzaghiTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 1 novembre 2022, 10:15Serie A
di Ivan Cardia

Un altro mondo: Nagelsmann a 35 anni ha due volte le panchine Champions del "giovane" Inzaghi

"Non lo so se in Italia funziona in maniera diversa, so che da voi si cerca molto l'esperienza". Julian Nagelsmann, 35 anni compiuti a luglio, ha risposto così a chi gli chiedeva un parere sulla distanza che esiste fra la Germania e l'Italia, dribblando il rischio dell'incidente diplomatico come non ha mai potuto fare nella sua (non) carriera da calciatore. Tema: la differenza d'età fra lui e Simone Inzaghi, 46 anni fatti a luglio. Undici in più, eppure in Italia il tecnico dell'Inter è catalogato come un giovane. E, intendiamoci, per i parametri italiani lo è: se è vero che gli arrivi di gente come Palladino (38), Bocchetti (35) e Zanetti (39) hanno svecchiato il panorama del vecchio campionato, bisogna pure essere onesti con altre riflessioni.

Sono tutti ex giocatori. Per le big Inzaghi è un marziano. Quanto ai nomi citati poc'anzi, è appena il caso di fare notare un tratto comune: sono tutti ex giocatori, peraltro neanche di basso livello. Quello arrivato meno lontano è Paolo Zanetti, che può comunque vantare oltre cento presenze in Serie A, in altri casi si parla di gente da big, i giovani alla Thiago Motta o Stankovic sono autentici ex campionissimi. In ogni caso, nessun trentenne allena una big: se si prendono le prime sette squadre in classifica, Inzaghi è per distacco il più giovane, seguito ad ampia distanza dal cinquasettenne Pioli. Per le grandi panchine dell'Italia pallonara, Inzaghi è a tutti gli effetti una specie di marziano.


E Nagelsmann? È il paradigma di un altro modello, inimmaginabile per noi. In Italia se hai meno di 32 anni ti puoi sognare un patentino, se non sei stato calciatore in Serie A arrivare ad alti livelli è pressoché impossibile. Non è neanche una questione di impostazione culturale, è tutto nero su bianco in regole barocche e antiquate. Uno come Farioli, che forse diventerà un grande allenatore o forse no ma non è questo il punto, è dovuto andare in Turchia per trovare spazio. Le eccezioni alla regola dei calciatori di livello medio-alto in A sono la mosca bianca Dionisi e il più attempato Gotti, comunque entrambi ex giocatori a cavallo fra C2 e D. Gli unici a non aver mai davvero vissuto una carriera da giocatori professionisti o semi-pro, due monumenti alla gavetta come Alvini e Sarri, 52 e 63 anni. Nagelsmann è un'altra cosa: a 28 anni la prima panchina in Bundesliga, con l'Hoffenheim. Stasera vivrà la gara numero 42 in Champions League, per Inzaghi sarà soltanto la ventiduesima. Nel conteggio generale, l'ìtaliano lo supera ma di pochissimo: 321 a 297 panchine totali. Mezza stagione, anche meno. Il punto, alla fine dei conti, non è che estero o giovane siano sempre belli. Il punto è che in Italia una carriera come quella di Nagelsmann non può esistere per decreto. La domanda è: perché?