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Konté racconta l'uomo del giorno Renard: "Fece un miracolo nel 2012. Non ieri..."
Amadou Konté conosce il commissario tecnico dell'Arabia Saudita Hervé Renard da oltre 18 anni. Era il 2004 e Konté, all'epoca era calciatore, giocava nel Cambridge United. Quella squadra era allenata proprio da Renard, alla sua prima avventura da primo allenatore. "Lo conosco da sempre. Ha iniziato al St.Cambridge e quella fu la sua prima avventura da allenatore. Dopo quella stagione io sono andato all'Hibernian e fu lui a mandarmi perché il club non voleva lasciarmi partire. Poi lui ha fatto la sua strada, io la mia. Ma da allora siamo sempre rimasti in contatto".
Ieri ha compiuto un vero e proprio miracolo
"Lo dicono tutti ma non è così, non sono d'accordo. E' vero che l'Arabia Saudita ha realizzato tre tiri e due gol, ma col pressing alto ha messo in difficoltà l'Argentina. L'Arabia era squadra organizzata, convinta, cattiva. Era una squadra di Renard, appunto, che ieri ancora una volta ha fatto vedere di che pasta è fatto".
Se non è un miracolo questo
"Ma no, il vero miracolo lo fece nel 2012. Fece vincere allo Zambia la Coppa d'Africa e quella era una delle partecipanti più scarse. Quello sì che fu un miracolo. Quella di ieri è stata una gara vinta e infatti dopo la partita ci ha pensato lui stesso, con le sue dichiarazioni, a riportare tutti alla calma. Il cammino è ancora lungo".
Ha poi vinto la Coppa d'Africa anche con la più quotata Costa d'Avorio. Ha guidato l'Angola e il Marocco, con cui ha fatto molto bene. E' visto come il perfetto ct delle nazionali africane
"Un limite. Un'etichetta che lui spera di scrollarsi presto di dosso. Io spero che questa vetrina possa portare alla chiamata di qualche club importante, che è poi quello che vuole e si merita. Dopo lo Zambia, ad esempio, salvò il Sochaux da una situazione complicata, poi la grande chiamata del Lille ma non gli diederò la possibilità di lavorare. E ora, dopo ieri, potrebbe finalmente arrivare la chiamata giusta".
Che persona è Renard?
"E' una persona che col mondo del calcio non c'entra nulla. Lui per difendere le battaglie giuste si getterebbe nel fuoco, va alla guerra per i suoi ragazzi pensando anche poco a sé stesso. Per questo ha fin qui avuto una carriera più modesta rispetto a ciò che avrebbe meritato. Allenatori così non ne fanno più".
Ieri ha compiuto un vero e proprio miracolo
"Lo dicono tutti ma non è così, non sono d'accordo. E' vero che l'Arabia Saudita ha realizzato tre tiri e due gol, ma col pressing alto ha messo in difficoltà l'Argentina. L'Arabia era squadra organizzata, convinta, cattiva. Era una squadra di Renard, appunto, che ieri ancora una volta ha fatto vedere di che pasta è fatto".
Se non è un miracolo questo
"Ma no, il vero miracolo lo fece nel 2012. Fece vincere allo Zambia la Coppa d'Africa e quella era una delle partecipanti più scarse. Quello sì che fu un miracolo. Quella di ieri è stata una gara vinta e infatti dopo la partita ci ha pensato lui stesso, con le sue dichiarazioni, a riportare tutti alla calma. Il cammino è ancora lungo".
Ha poi vinto la Coppa d'Africa anche con la più quotata Costa d'Avorio. Ha guidato l'Angola e il Marocco, con cui ha fatto molto bene. E' visto come il perfetto ct delle nazionali africane
"Un limite. Un'etichetta che lui spera di scrollarsi presto di dosso. Io spero che questa vetrina possa portare alla chiamata di qualche club importante, che è poi quello che vuole e si merita. Dopo lo Zambia, ad esempio, salvò il Sochaux da una situazione complicata, poi la grande chiamata del Lille ma non gli diederò la possibilità di lavorare. E ora, dopo ieri, potrebbe finalmente arrivare la chiamata giusta".
Che persona è Renard?
"E' una persona che col mondo del calcio non c'entra nulla. Lui per difendere le battaglie giuste si getterebbe nel fuoco, va alla guerra per i suoi ragazzi pensando anche poco a sé stesso. Per questo ha fin qui avuto una carriera più modesta rispetto a ciò che avrebbe meritato. Allenatori così non ne fanno più".
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