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Non toglieteci il calcio, ci resterebbe solo la paura…

Non toglieteci il calcio, ci resterebbe solo la paura…TUTTO mercato WEB
giovedì 15 ottobre 2020, 08:19L'Angolo di Calcio2000
di Fabrizio Ponciroli

Ogni giorno assomiglia, brutalmente ed inesorabilmente, al precedente. Svolgi le stesse mansioni ma il mondo appare patinato. C’è un senso di distacco tra le persone. Non c’è più empatia. Ci sono regole da seguire e distanziamenti da mantenere. Con l’arrivo del crepuscolo, sopraggiungono anche i dati giornalieri legati al Covid-19. Titoli ad effetto che inondano le nostre già provate menti. Difficile non pensarci, complicato far finta di nulla. Impotente, ti chiedi quando finirà, se sia tutto così catastrofico come tanti credono o se si stia esagerando per tornaconti personali o internazionali. E’ tutto tremendamente offuscato.
Mi sto preparando per raggiungere Bergamo. Sarò nel rinnovato Gewiss Stadium per seguire Italia-Olanda. Doveva essere la partita del riscatto contro il Coronavirus, ricordando chi ha patito più di tutti, ovvero Bergamo e i suoi abitanti. Non sarà così. O, meglio, non sarà come previsto. Il virus circola ancora tra le vie delle nostre città, impedendoci di respirare a pieni polmoni, senza impedimenti. E, quindi, niente spettatori allo stadio.

Ci saranno delle “rappresentanze” ma, purtroppo, niente spettatori. Il grido “Italia, Italia, Italia” non si udirà. Che tristezza…
E dire che, fino a qualche tempo fa, da professionista del settore, mi innervosivo quando restavo imbottigliato nel traffico per colpa dei tifosi festanti che rientravano a casa. Oggi quella confusione passionale mi manca tanto, enormemente…
In tanti criticano il sistema calcio. Perché ancora giocano? Perché, per loro, le regole non valgono? Ci sono cose più importanti del calcio… Mai mi permetterei di giudicare ma la prospettiva è sbagliata. Il calcio non va demonizzato. Che sia una casta privilegiata è un dato di fatto, eppure il calcio, quello professionistico, è una delle poche distrazioni che ancora ci sono rimaste. Per i milioni di tifosi che sono stati costretti a mettere da parte la loro ardente passione, il poter vedere, anche se solo in TV, 22 giocatori che rincorrono un pallone, con un arbitro a “gestirli” è un sollievo. Andare allo stadio, gioire e soffrire, è tutt’altra cosa ma, almeno, per un paio d’ore, regole, dati e nuovi DPCM restano in disparte.
Non toglieteci il calcio, ci resterebbe solo la paura. Il Covid-19 è un nemico invisibile, subdolo e può anche essere mortale. Va trattato con i guanti (in tutti i sensi) ma la paura, quella è più difficile da scacciare. Davanti alla paura, non c’è mascherina o gel che tenga. Senza distrazioni, le giornate sarebbero ancor più buie. Ci penso ogni volta che salgo in macchina e mi reco verso uno stadio desolatamente deserto per seguire una partita di calcio in cui si sentono solo le voci di quei 22 in campo che provano, nonostante tutto, a fare gol.
Scusate per questo editoriale che poco c’entra con il calcio ma viene dal cuore…

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